Francia, Russia e Usa chiedono "tregua immediata" nel Nagorno Karabakh

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Di Sergio Cantone
Un proiettile inesploso in un'area residenziale della regione del Nagorno-Karabakh
Un proiettile inesploso in un'area residenziale della regione del Nagorno-Karabakh   -  Diritti d'autore  David Ghahramanyan/NKR InfoCenter PAN Photo

Già ben oltre le schermaglie, gli scontri militari nel Caucacaso meridionale, tra Azerbaijan e Armenia, rischiano di creare un catalizzatore per i conflitti tra potenze, in particolare da quando la Turchia ha dichiarato senza complessi di appoggiare Baku.

Per questo motivo il Gruppo di Minsk, composto dalle diplomazie di Francia, Russia e Stati Uniti, nel quadro dell'Osce, ha affermato che la disputa in armi rappresenta "una minaccia inaccettabile alla stabilità della regione" e chiedono ad armeni e azeri un "cessate il fuoco immediato."

La questione risale alla seconda metà degli anni '80. Allo smembramento dell'Urss rimase un'isola a maggioranza armena all'interno dell'Azerbaijan. Finita la mediazione dei quadri locali e regionali del Partito comunista, scoppiò una guerra, tra popolazioni che hanno secoli di odii reciproci accumulati.

I combattimenti furono sanguinosi e atroci anche verso la popolazioen civile. Le parti cercavano la pulizia etnica sul mmodello ex-Jugoslavo degli stesi anni.

Nel 1994, alla fine dei combattimenti, il Nagorno Karabakh (in italiano Alto Karabakh) rimase sotto il controllo armeno, una situazione non riconosciuto giuridicamente. Nacque così l'autoproclamata repubblica armena "indipendente di Artsakh."

I combattimennti ripresi il 27 settembre sono più gravi che le precedenti e puntuali violazioni del cessate il fuoco stabilito proprio dal gruppo di minsk ventisei anni fa, ai tempi di Yeltsin, Clinton e Mitterand, all'epoca rispettivamente presidenti di Russia, Usa e Francia.

Azerbaijan e Armenia ora si accusano a vicenda di bombardamenti sulle rispettive popolazioni civili. Duri i bombardamenti sulla capitale armena dell'Alto Karabakh, Stepanakert, in azero Khankendi, e queli armeni su città azere come Tarter, Barda e Ganja.