Nagorno-Karabakh: il conflitto ormai investe le più importanti città

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Di Gioia Salvatori
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Nagorno-Karabakh chiede alla comunità internazionale il riconoscimento come Repubblica (Repubblica di Artsaj) mentre gli scontri sono sempre più duri e entrambi i fronti lamentano raid contro obiettivi civili

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È ormai una settimana che continuano gli scontri nel Nagorno-Karabakh. La regione autonoma in territorio azero, epicentro del conflitto armato tra Azerbaigian e Armenia, ha chiesto ufficialmente alla comunità internazionale questo sabato di essere riconosciuta come Stato, la Repubblica di Artsaj, nome armeno dell'enclave. "Sollecitiamo la comunità internazionale a riconoscere l'indipendenza della Repubblica di Artsaj, al fine di garantire il diritto dei cittadini alla vita e allo sviluppo pacifico", recita il comunicato del ministro degli esteri del Nagorno-Karabakh.

L'Armenia vive un momento decisivo della sua storia
Nikol Pachinian
Primo ministro armeno

"L'Armenia vive un momento decisivo della sua storia", ha dichiarato questo sabato il primo ministro armeno Nikol Pachinian. Ma Erevan ha anche ufficializzato la morte di altri 51 soldati dell'esercito del Nagorno Karabak, in tutto le vittime su questo fronte sarebbero oltre 240.

Il conflitto investe Ganja, seconda città azera e la capitale del Nagorno-Karabakh

Il conflitto ormai tocca le più importanti città su ambo i lati del fronte. Un fronte sempre più caldo. La seconda città dell'Azerbaigian, Ganja, è stata bombardata dalle forze armene. Le autorità azere hanno denunciato il lancio di una pioggia di missili sulla città, 330mila abitanti, che dista appena 100 chilometri dalla capitale del Nagorno-Karabakh. L'apertura del fuoco nel territorio dell'Azerbaigian da parte dell'Armenia è una chiara provocazione e espande la zona delle ostilità", ha detto il ministro della difesa azero.

Da parte loro le autorità armene hanno spiegato che l'attacco, essenzialmente contro l'aeroporto militare di Ganja, è stato una risposta all'offensiva su Stepanakert, capitale del Nagorno-Karabakah, perpretata dalle forze azere. Le parti in conflitto si accusano reciprocamente di aver attaccato anche obiettivi civili, accuse che sia gli azeri che gli armeni respingono.

Nel dettaglio, le autorità azere lamentano l'uccisione di 22 civili.

La propaganda dei numeri

Dal canto suo l'Azerbaigian non ha ufficializzato il numero dei morti sul proprio fronte, nelle ultime ore tuttavia, secondo l'osservatorio siriano dei diritti dell'uomo, almeno 64 combattenti siriani ingaggiati a fianco degli azeri sono morti.

Baku ha fatto sapere di aver alzato la sua bandiera sulla città di Madaguiz e altri 7 villaggi, avendo ormai sotto controllo la strada che collega l'Armenia al Nagorno-Karabakh.

L'abbattimento di tre aerei militari da parte degli indipendentisti, è stato smentito dagli azeri. Restano inascoltati gli appelli della comunità internazionale al cessate il fuoco.

Per saperne di più: L'ONU prova a evitare la guerra aperta in Nagorno-Karabakh

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