Londra cerca un nuovo accordo con l'Ue sui migranti

Londra cerca un nuovo accordo con l'Ue sui migranti
Diritti d'autore Euronews
Diritti d'autore Euronews
Di Debora GandiniTadhg Enright
Condividi questo articoloCommenti
Condividi questo articoloClose Button
Copia e incolla il codice embed del video qui sotto:Copy to clipboardCopied

Londra cerca un nuovo accordo con l'Ue sui migranti. Il nostro corrispondente a Londra, Tadhg Enright, ha parlato Hassan, uno dei rifugiati, che chiedono asilo politico

PUBBLICITÀ

Sono più di settemila le persone che quest’anno hanno lasciato il loro paese alla volta della Gran Bretagna. A bordo di gommoni, macinando km e km, hanno deciso di ricominciare da capo, alla ricerca di un futuro diverso. Volti esausti ma anche pieni di speranza, come quelli di Hassan e dei suoi fratelli Hamza e Hazem. Nati in Arabia Saudita da genitori yemeniti, sono dovuti partire quando il padre ha perso il permesso di lavoro.

Non avevano altra loro: vivere in mezzo a una guerra civile in un luogo che per loro era ormai straniero, o scommettere su una nuova vita. Siamo riusciti a parlare con Hassan al telefono: “Abbiamo provato a fare una richiesta di asilo agli Stati Uniti, all'Unione europea, ma è sempre stata rifiutata, ci racconta. Seguire le procedure legali è impossibile".

Storie di migranti in cerca di un asilo politico e una vita migliore

Dall’Arabia Saudita fino in Turchia. Prima attraversare altri confini ed entrare in Europa. Dei trafficanti dell'Ecuador hanno chiesto loro 10 mila dollari per andare in Spagna a Madrid, per poi essere trasferiti ad Amsterdam.

Niente soldi, nessun sostegno, nessun aiuto. Hassan e i suoi fratelli hanno trascorso mesi senza una casa. Hanno vissuto per strada, in centri di accoglienza, chiedendo, di giorno l’elemosina per mangiare. Poi, la svolta: il padre è riuscito ad ottenere un visto per visitare il Regno Unito e lì ha chiesto asilo. A quel punto tutta la famiglia ha deciso di raggiungere Calais, per attraversare il canale della Manica e raggiungere l’anziano genitore.

"Ci hanno imbarcato su una nave piccolissima. C’erano molte più persone di quelle che potevano starci. Eravamo stipati come animali", ci racconta ancora Hassan. "A un tratto abbiamo incrociato una motovedetta della polizia. Noi urlavamo per chiedere aiuto. Solo dopo quattro o cinque ore, hanno mandato dei rinforzi. Abbiamo aspettato per ore che qualcuno ci aiutasse.”

Londra cerca un nuovo accordo con l'Ue

Helen Baron, il loro l’avvocato difensore chiede che venga avviata una causa per quanto accaduto: "Secondo il Trattato di Dublino è previsto che il Regno Unito agisca a propria discrezione per trattare casi come questi nel Paese. Ovvero qualora sia necessario, ad esempio di fronte a persone sono estremamente vulnerabili. Mi riferisco all'interesse dell'unità familiare come nel caso di un padre e dei suoi tre figli ventenni, ecco sarebbe opportuno per tutti loro continuare a vivere insieme.”

"Secondo il Trattato di Dublino è previsto che il Regno Unito agisca a propria discrezione per trattare casi come questi nel Paese."
HELEN BARON
Avvocato

Al momento il volo per espellere Hassan e i suoi fratelli da Londra è stato cancellato. Questo dopo che gli avvocati hanno portato alla ribalta la vicenda di 11 siriani rimandati in Spagna all'inizio del mese. Non hanno ricevuto alcun sostegno e hanno finito per dormire per strada. Secondo il tribunale, il Ministero dell'Interno britannico ha il dovere di proteggere tutti gli altri richiedenti asilo per evitare loro la stessa sorte.

Ancora pochi mesi e poi Londra non potrà più rimandare indietro i migranti che arrivano sul suo territorio dall’Unione europea. Il 31 dicembre finisce il periodo di transizione alla Brexit. Per il governo britannico è una corsa contro il tempo per trovare un nuovo accordo con Bruxelles.

Condividi questo articoloCommenti

Notizie correlate

Difesa: Rishi Sunak annuncia piano aumento spesa al 2,5 per cento del Pil

Harry, 'tu vuò fà l'americano': residenza statunitense per il duca di Sussex

Francia e Regno Unito festeggiano 120 anni di cooperazione: simbolici cambi della guardia congiunti