Londra, riprende la battaglia sull'estradizione di Julian Assange negli Stati Uniti

Londra, riprende la battaglia sull'estradizione di Julian Assange negli Stati Uniti
Diritti d'autore Kirsty Wigglesworth/Copyright 2020 The Associated Press. All rights reserved
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Di Giulia Avataneo
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Stamattina l'udienza a Londra, rimandata da febbraio per il coronavirus. Per conoscere l'esito occorreranno diversi mesi.

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Non si rivedeva in pubblico da febbraio ed è ricomparso oggi davanti alla giustizia britannica, Julian Assange. Deve difendersi dalle accuse di cospirazione e spionaggio per aver pubblicato sul sito Wikileaks, dal 2010, oltre 700 mila documenti secretati, forniti in gran parte dall'ex analista di intelligence Chelsea Manning. Tra questi ci sono i dettagli delle attività militari e diplomatiche degli Stati Uniti, che hanno rivelato crimini di guerra commessi in Iraq e Afghanistan.

Ma la prima battaglia è sull'estradizione chiesta dagli Usa, dove Assange rischia una condanna a 175 anni di carcere. Per Washington le rivelazioni di WikiLeaks hanno messo a rischio la sicurezza nazionale ed esposto le fonti dei servizi segreti americani.

Da aprile 2019, quando l'ambasciata dell'Ecuador che lo ospitava lo ha messo alla porta, Assange è detenuto nel carcere di massima sicurezza di Belmarsh, a Londra.

Interessi contrapposti

La vicenda Wikileaks chiama in causa la libertà di stampa e il diritto dei cittadini a essere informati su questioni controverse. Assange e WikiLeaks hanno ottenuto premi giornalistici e onorificenze in tutto il mondo per le loro rivelazioni.

D'altra parte, la diffusione di dossier secretati ha messo in pericolo gli informatori ed esposto le fonti dei servizi segreti. In più, la figura di Assange è controversa: un'inchiesta del New York Times ha messo in luce come il lavoro di WikiLeaks finisca spesso per portare vantaggi alla Russia, oltre ai legami del giornalista con gli organi di informazione di Mosca.

Un processo politico?

Per tutte le sue implicazioni Il processo a Julian Assange ha assunto un valore sempre più politico. "E' una questione vitale per il Regno Unito", ha ribadito oggi il padre di Assange, John Shipton, davanti al tribunale di Londra dove si discute della sua estradizione.

"Si tratta di proteggere la sovranità nazionale, in un caso che riguarda un cittadino australiano e la libertà di stampa sul suolo britannico - ha aggiunto Shipton - perché gli articoli sono stati pubblicati nel Regno Unito, che gli Stati Uniti trattano come una propria estensione giuridica".

Contro l'estradizione di Assange l'associazione Reporters sans Frontières ha raccolto 80 mila firme, consegnate a Downing Street. "È in gioco la libertà di stampa e il futuro del giornalismo", ha detto il capo redattore di Wikileaks, Kristinn Hrafnsson.

La decisione arriverà nel giro di alcuni mesi.

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