Migranti e minaccia Covid-19: le ong nei campi profughi in Grecia

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Di Apostolos Staikos
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Grecia: controlli della temperatura e soccorso ai migranti nei campi profughi da parte di Medici senza Frontiere. Bivacchi ad Atene

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Il tentativo è quello di tamponare una falla che continua ad allargarsi, ma Medici senza Frontiere non si sottrae. Da mesi l'Ong presta servizio nei campi profughi a Lesbo, esposti alla minaccia di al Covid-19: controlli della temperatura, soccorso, distribuzione di beni di prima necessità, ma non è sufficiente.

Christina Psarra, responsabile di Medici senza frontiere in Grecia, racconta le criticità: "200 persone usano un solo bagno e 600 hanno una sola doccia. A Moria abbiamo identificato almeno 925-1000 persone che rientrano in criteri di vulnerabilità, in relazione al Covid-19. Queste persone dovevano restare isolate in aree esterne o avere un meccanismo di protezione all'interno del campo".

Molti dei rifugiati in fuga dalle isole vivono al bivacco nelle strade del centro di Atene.
Un limbo fatto d'attesa perché chi ottiene asilo, sopo qualche mese non ha più dirritto a un alloggio o a incentivi per l'integrazione. Per le strade non ci sono misure anti Covid-19 e la lotta per la sopravvivenza sembra essere più importante della salute pubblica.

Mahgul Alizade ha 31 anni e viene dall'Afghanistan: "Naturalmente, non ci sentiamo protetti dal virus. Ma cosa possiamo fare? Da Moria, Lesbo, ci siamo trovati senza casa in una piazza. Mi aspettavo qualcosa di meglio quando ho lasciato l'Afghanistan - racconta la donna - ho tre figlie in patria e non so se le rivedrò mai più. Sento che nessuno si preoccupa per noi e non sappiamo cosa fare".

Anche Habib Qaderi, 33 anni, è afgano: "Non ho soldi, non posso prendere una casa ad Atene - dice a Euronews - ci hanno detto che possiamo trasferirci in un campo vicino alla città ma - per quanto ne so - non ci sono tende e non c'è spazio libero. È come questa piazza, ancora una volta dobbiamo dormire per terra".

La distanza sociale e la corretta igiene personale sono un lusso per i rifugiati che vivono nei campi e in piazza della Vittoria ad Atene. Il governo greco sostiene che sta prendendo tutte le misure necessarie per tenere a bada la potenziale diffusione del contagio.

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