Parigi, preoccupata per il suo territorio d'oltremare, spinge per la rimozione del relitto della petroliera giapponese restata incagliata il 25 luglio
Tonnellate di petrolio si sono riversate nel mare delle Mauritius dopo che la petroliera giapponese Wakashio si è incagliata, e spezzata su una delle barriera coralline più note dell'oceano indiano. Altre tonnellate sono state succhiate dalla stiva della nave ma il guaio è certo e ci vorranno decenni perché il delicato ecosistema marino torni come prima.
Parigi spinge per la rimozione del relitto e invia uomini a trattare
Parigi teme per la vicina isola di Réunion, territorio francese d'oltremare, altro paradiso naturale "Se si decidesse di affondare in mare la parte anteriore di questo relitto, ovviamente voglio la certezza che non ci sia alcun impatto ambientale sulle acque territoriali mauriziane, ma soprattutto sulle acque territoriali francesi e della Réunion", ha detto il ministro francese per i territori d'oltremare Sebastien Lecornu.
Il mare è cattivo in questi giorni e la distanza tra Mauritius e Réunion, 230 chilometri circa, non abbastanza per garantire l'incolumità della costa de la République che invierà sul posto mezzi ed esperti, lo stesso ministro si recherà sul luogo dell'incidente.
Parigi spinge per la rimozione del relitto, il trasporto altrove e la sua distruzione. Soluzione evidentemente più costosa per lo stesso armatore col quale si annuncia un braccio di ferro.
La petroliera, di proprietà di una compagnia giapponese ma battente bandiera panamense, si è incagliata il 25 luglio con 4.000 tonnellate di petrolio a bordo. Almeno 1000 sarebbero subito finite in mare. La gente del posto fin dalle prime ore ha cercato di rimediare con argini di canapa e fogliame vario cercando di difendere l'unica risorsa: il mare amato dai turisti di tutto il mondo.
Le Mauritius hanno dichiarato lo stato d'emergenza per disastro ambientale e fatto causa alla società giapponese proprietaria della nave.