Presidenziali in Polonia: l'uscente Duda punta al bis ma lo sfidante Trzaskowski piace all'Europa

Presidenziali in Polonia: l'uscente Duda punta al bis ma lo sfidante Trzaskowski piace all'Europa
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Di Paolo Alberto Valenti
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Scontro simbolico in Polonia fra progressisti e populisti alle elezioni presidenziali che domenica vedono come principale sfidante dell'uscente Andrej Duda, il sindaco di Varsavia Rafal Trzaskowski

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Sembrerebbero in piccolo lo scontro generale (e continentale)  fra progressisti e populisti le elezioni presidenziali che domenica in Polonia vedono come principale sfidante dell'uscente Andrej Duda, il sindaco di Varsavia Rafal Trzaskowski, che prospetta le elezioni come un'occasione per ripristinare le norme costituzionali e migliorare i legami con l'Unione europea.

Le elezioni in pandemia

Intanto la pandemia non demorde. In due comuni, dove la situazione è più preoccupante, il voto potrà tenersi soltanto per corrispondenza. Stando ai più recenti aggiornamenti il ministero della sanità ha registrato quasi nuovi 300 casi e una ventina di decessi mentre il numero totale dei positivi dall'inizio della pandemia, nel paese,  viaggia verso le 33.500 persone per un totale di ben oltre le 14.000 vittime. Intanto il virus ha fatto ritardare di diverse settimane queste presidenziali con un presidente in carica relativamente in affanno che è andato a chiedere, forse anche incautamente, aiuto a un Donald Trump distratto dalla non facile situazione personale e non ancora deciso a spostare molti soldati americani in Polonia.

Prospettive

Duda ha promesso di continuare a lavorare per elevare il livello di vita in Polonia agli standard  dell'Europa occidentale e per preservare i valori tradizionali, un messaggio che ha sottolineato l'ultimo giorno di campagne elettorale. Se Duda perde, il governo avrà molte difficoltà ad approvare le sue riforme e le sue leggi, alcune delle quali duramente criticate dall'UE. Peraltro alcuni aggiustamenti legislativi proprio in tema di elezioni non sono graditi alle opposizioni. Come prima cosa per rispettare la costituzione il voto avrebbe dovuto aver luogo dopo il 6 agosto alla fine del mandato di Duda e invece il presidente ha fatto di tutto per mandare il paese alle elezioni il prima possibile. La legge stabilisce che il voto torna alla gestione della Commissione nazionale elettorale (precedentemente doveva essere gestito dal ministero di beni statali) e che si svolgerà in due modalità: tradizionale (negli seggi) e per corrispondenza (per anziani e coloro in quarantena). Il voto che era previsto il 10 maggio doveva essere per la prima volta in Polonia solo per corrispondenza per tutti i 30 milioni di elettori e con l'esclusione degli polacchi all'estero.

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