Ungheria: gli eurodeputati chiedono all'Ue di imporre sanzioni e sospendere i pagamenti

Ungheria: gli eurodeputati chiedono all'Ue di imporre sanzioni e sospendere i pagamenti
Diritti d'autore ATTILA KISBENEDEK/AFP
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Il parlamento europeo spinge affinché il Consiglio si esprima sull'attivazione dell'Articolo 7: l'estensione illimitata dello stato di emergenza nell'ambito della lotta al Covid-19 è ritentuto incompatibile con i valori europei

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Nel corso della seduta plenaria del parlamento europeo in corso a Bruxelles diversi eurodeputati hanno chiesto che venga avviata una procedura di infrazione nei confronti dell'Ungheria.

Lo scorso marzo il parlamento ungherese ha approvato, nell'ambito della lotta al Covid-19, una legge che permette al governo di estendere lo stato di emergenza senza limiti di tempo e di concedere all'esecutivo il potere di governare con decreti fino a quando lo stato di emergenza sarà in vigore.

Uno stato di emergenza illimitato che per la maggioranza degli europarlamentari non è in linea con i principi dell'Ue e rappresenta un rischio crescente per la democrazia. Motivo per cui hanno chiesto chiesto di sospendere i pagamenti UE all'Ungheria, nel quadro del nuovo Quadro finanziario pluriennale e del Piano di ripresa, a meno che non sia ripristinato lo stato di diritto.

I parlamentari hanno criticato anche l'atteggiamento passivo del Consiglio e hanno insistito affinché l'organo presieduto da Charles Michel si esprima sulla procedura di attivazione dell'articolo 7 del trattato sull'Unione europea portata avanti dal parlamento.

Come si legge sul sito istituzionale dedicato alla legislazione europea, l'articolo 7 "prevede la possibilità di sospendere i diritti di adesione all'Unione europea (ad esempio il diritto di voto in sede di Consiglio) in caso di violazione grave e persistente da parte di un paese membro dei principi sui quali poggia l'Unione (libertà, democrazia, rispetto dei diritti dell’uomo, delle libertà fondamentali e dello Stato di diritto)".

A difesa del governo di Viktor Orban si è schierata una minoranza degli eurodeputati, sostenendo che le misure eccezionali nel mirino dell'Ue, oltre ad essere state approvate da un parlamento democraticamente eletto in Ungheria, non si discostano da quelle adottate da altri Stati membri dell'Unione come la Francia o la Spagna.

In una risoluzione del 17 aprile il parlamento europeo aveva già definito "totalmente incompatibili con i valori europei" le misure adottate dall'Ungheria. Tra queste ce n'è una che prevede fino a cinque anni di reclusione per chiunque venga ritenuto colpevole di avere diffuso notizie false.

Una norma considerata da molti come un tentativo di mettere il bavaglio ai partiti dell'opposizione, che hanno organizzato manifestazioni in diverse città del paese per protestare contro la stretta autoritaria del governo Orban.

Questa settimana due persone che avevano pubblicato su Facebook dei messaggi critici nei confronti del governo sono state detenute per alcune ore dalla polizia e sottoposte a interrogatorio perché sospettate di procurato allarme. Entrambe sono state rilasciate dopo alcune ore senza che venisse formalizzata alcuna accusa nei loro confronti, ma i due casi hanno contribuito ad allungare nuove ombre sullo stato di salute delle istituzione democratiche in Ungheria.

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