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Budapest: gli artisti ungheresi in campo per le periferie degradate

Budapest: gli artisti ungheresi in campo per le periferie degradate
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Ungheria, iniziativa di solidarietà: l'impegno degli artisti ungheresi per i più poveri

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I bambini sono tali ovunque, anche nei peggiori sobborghi metropolitani. A Budapest, nella periferia fatiscente di Kőbánya, stretta in recinzioni per evitare l'osmosi con i quartieri bene, sono loro ad aver abbassato per primi la guardia e ad aver tributato l'accoglienza più festosa al gruppo di attori ungheresi, che si è riunito in un cast d'eccezione per aiutare i più poveri.

Budapest: la solidarietà degli artisti

Győző Szabó e Áron Molnár, rispettaivamente attore e rapper, sono molto amati in Ungheria.
Spiega Szabó: "All'inizio erano diffidenti, ma già al terzo giorno ci aspettavano. Il quarto giorno cantavamo e ballavamo insieme. A volte porto i bambini a fare un giro in bicicletta. Anche per loro è un'esperienza indimenticabile".
Molnár fa un cenno all'evento promosso sui social: "È ancora un segreto - dice ai bambini - ma il nostro gruppo cucinerà 1.000 frittelle per il Kids Day. Riceviamo molte offerte".

Szabó e Molnár sono artisti celebrati nel loro Paese. Covid 19 li ha costretti a mettere in stand by il lavoro: hanno perciò deciso di lanciare un'iniziativa, anche sui social, per cucinare e garantire a Hős Street, uno dei blocchi più degradati, almeno 100 pasti al giorno. Una breccia nell'isolamento del quartiere.
Chiunque può aderire a "Toxicomy Kitchen" su Facebook e inviare ingredienti freschi, da cui lo chef Zoltán Lendvai prepara ogni giorno i pasti.

I problemi della periferia degradata

Avamposto di spacciatori e ladri, il rione è off limits anche per la Polizia. Il distretto di Kőbánya ha ricevuto poco più di due miliardi di fiorini per acquistare gli immobili dai proprietari e demolirli, ma l'operazione segue i tempi della burocrazia.

Gli edifici del blocco sono stati costruiti nel 1937 per le famiglie povere che si trasferivano in città dalla campagna. A quel tempo le case erano già al di sotto degli standard abitativi adeguati, con appartamenti al di sotto degli standard, intorno ai 26-28 m2.

Zoltán Siposhegyi per Euronews descrive la situazione, utilizzando le parole della stampa locale: "Baraccopoli, ghetto, segregazione:  i media scrivono così quando parlano di Hős street - dice - ma non bisogna dimenticare che qui ci sono le case e le uniche proprietà di centinaia di persone. E se tutti credono che sia un posto senza speranza, varrà meno. In questo modo i residenti perderebbero l'ultima possibilità di trasferirsi".

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