Per la prima volta dalla seconda guerra mondiale, l'Austria ha mobilitato esercito e milizia per far fronte al nuovo coronavirus
La milizia dell'esercito austriaco entra in campo contro l'epidemia a Vienna e nel territorio nazionale. Per la prima volta dalla seconda guerra mondiale, l'Austria ha mobilitato esercito e milizia per far fronte al nuovo coronavirus. Le riserve devono comunque essere addestrate per aiutare il servizio sanitario nei cotrolli del caso, sia interni che alle frontiere quando saranno veramete aperte.
Protocollo rigidissimo
"La distanza viene mantenuta in ogni momento, fin dal suo all'arrivo ogni soldato viene equipaggiato con maschera facciale. Oltre a questo ci sono i controlli medici, tutti vengono sottoposti a test da coronavirus - spiega Kurt Wagner, generale di brigata, comandante della guarnigione militare di Vienna - Si tratta principalmente di fare controlli di sicurezza ai posti di blocco alle frontiere, controlli sanitari inclusi. E a Vienna si tratta soprattutto di proteggere le ambasciate e le istituzioni internazionali." Tredici 13 compagnie con circa 300 soldati ciascuna supporteranno l'esercito regolare e le forze di sicurezza. Altri soldati verranno inviati nella provincia di Burgenland per aiutare a proteggere il confine con l'Ungheria. Altri ancora rimarranno in città per proteggere le ambasciate e le istituzioni internazionali come le Nazioni Unite e l'OSCE.
La gestione della crisi in Austria
Finora non è stata annunciata una data di fine ufficiale dello schieramento della milizia. L'Austria ha registrato 15.597 infezioni e 598 morti, secondo un conteggio della Johns Hopkins University. Intanto si registrano anche i segnali dei paesi vicini. Le frontiere della Repubblica ceca con i paesi confinanti potrebbero riaprirsi a luglio. È quanto previsto dal ministro degli esteri ceco Tomas Petricek, il quale ha affermato che sono in corso trattative con la Slovacchia e l'Austria, mentre più complicato risulta il confronto in materia con la Polonia.