Summit Ue della Difesa: gli eserciti in campo per combattere il coronavirus

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Di Ana LAZARO
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Coronavirus: nemico comune da combattere con gli eserciti Ue, Stati pronti a destinare più fondi per rispondere a eventuali attacchi batteriologici

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Per difendersi dalla pandemia è ormai evidente: ci vogliono anche le forze armate. 

I ministri della difesa dell'Unione europea si sono incontrati questa settimana per mettere a punto una strategia contro il nemico comune ovvero il Coronavirus.

Per costruire ospedali e trasportare attrezzature mediche in giro per l'Europa è fondamentale la collaborazione tra le protezioni civili dei vari stati membri.

"Finora purtroppo la prontezza di reazione alla pandemia dell'Unione non è stata all'altezza della sfida, ed ogni Stato ha affrontato la crisi per conto suo - osserva Jean-Luc Gala, infettivologo all'Università di Lovanio -. Senza dimenticare che alcuni paesi europei hanno chiesto aiuto e non lo hanno mai ricevuto. In alcuni momenti abbiamo visto un'Europa totalmente assente nella lotta contro il coronavirus, Tant'è che abbiamo assistito ad una riaffermazione preponderante delle sovranità nazionali".

Per recuperare, l'Unione Europea ha lanciato una Task Force per la cooperazione, con la partecipazione di diversi eserciti nazionali che hanno lavorato sia al trasporto di pazienti che di forniture di materiale medico tra gli stati membri. 

L'Europa inoltre non vorrebbe farsi cogliere impreparata in caso di un ipotetico attacco batteriologico, anche se al momento la minaccia non sembra essere concreta. Ma i fondi per fronteggiare un simile scenario dovrebbero essere inclusi nel prossimo bilancio della difesa europea.

"Spero che in questa situazione, le risorse destinate alla politica di difesa e sicurezza non diminuiscano - ha auspicato il capo della diplomazia europea Josep Borrell -. Il coronavirus ha portato una nuova minaccia e richiede una politica di difesa e sicurezza più forte. sicuramente un'Europa più forte nel mondo".

Oltre alla cooperazione, l'Unione europea è consapevole di dover anche incrementare la capacità di produzione di medicinali e apparecchiature mediche. per evitare nuovi tilt nell'approvvigionamento e stoccaggio dei beni preziosi. Bruxelles ha già fatto da piattaforma per promuovere ordini congiunti di materiali vitali. 

"Il livello di globalizzazione raggiunto al 2020 fa sì ad esempio che il 90% delle mascherine siano prodotte in Cina - ammonisce  Hannah Neumann, eurodeputata tedesca dei Verdi -. Questo ovviamente va cambiato, il rifornimento di questo genere di materiali non può dipendere quasi esclusivamente da fuori. Con la pandemia abbiamo capito davvero quali sono i beni e le industrie importanti, che dobbiamo assicurarci di avere anche in Europa. Non dobbiamo più farci cogliere così impreparati."

Il budget europeo per la difesa dovrebbe passare da 13 a 6 miliardi di euro, un dimezzamento proposto prima della pandemia che ora potrebbe essere rivisto.

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