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Storie di sopravvissuti al coronavirus

Storie di sopravvissuti al coronavirus
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Si moltiplicano le testimonianze di coloro che ce l'hanno fatta anche se c'è stata sofferenza e paura

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Graziella Sonzonni è una sopravvissuta al coronavirus. È uscita dalla terapia sub-intensiva ed è stata portata, come molti altri, in un hotel a Bergamo, dove le infermiere si prendono cura di lei e degli altri pazienti COVID-19 in via di guarigione. Quest'anno nella provincia di Bergamo ci sono stati a marzo 5.000 morti in più rispetto allo scorso marzo. Dati che rappresentano un dramma molto maggiore di quello che si potrebbe credere. Adesso c'è la voglia di tornare alla vita ma anche per coloro che ce l'hanno fatta il percorso resta lungo. Le incertezze sul contagio che potrebbero diffondere anche i guariti impone la massima cautela.

Una coppia di sopravvissuti francesi

Oltre alla Sonzonni abbiamo sentito una coppia di anziani francesi che se la sono vista brutta.  I coniugi Henry e Monique Marchais sono stati entrambi contagiati ma mentre la moglie è rimasta asintomatica il marito è stato ricoverato. A 90 anni, Henry Marchais, era stato colpito da febbre altissima prima di avere serie difficoltà respiratorie. Così è stato portato in ospedale in terapia sub intensiva. A notte fonda l'ospedale ha chiamato a casa Monique perchè le cose non andavano bene. "Qualcuno ci stava aspettando, ci hanno portati in uno spogliatoio, ci hanno vestiti dalla testa ai piedi con una tuta e siamo saliti per vederlo e abbracciarlo." Spiega Monique. Ma il marito non ricorda nulla di quella visita che poteva essere l'ultima.

Le speranze di guarigione

Per quanto la polmonite da coronavirus sia una malattia potenzialmente molto letale la stragrande maggioranza delle persone guarisce. Ad oggi, in mancanza di un vaccino, i farmaci utilizzati per la lotta al Covid 19 sono antivirali come Remdesivir, Lopinavir, Ritonavir, Ribavirina e Clorochina. C'è poi il Tocilizumab che invece appartiene alla categoria degli immunosoppressori e rappresenta una sorta di novità. Si tratta di un farmaco noto per combattere l'artite reumatoide di cui si conoscono le reazioni sull'uomo. Intanto per ora il confinamento rappresenta uo strumento capitale per il rallentamento della pandemia.

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