Ungheria: mobilitata la polizia di frontiera per impedire l'accesso ai migranti
La caccia al migrante lungo la rotta dei Balcani si avvale di risorse e capitale umano. La frontiera serba e della Macedonia del Nord è pattugliata da squadre a piedi e in fuoristrada, munite di telecamere termiche a lungo raggio, che offrono campi di rilevamento fino a diversi chilometri di distanza. La missione di contenimento degli accessi è supportata dalle forze di sicurezza ungheresi
Zoltan Csanad Miskolczi, colonnello e capo della Direzione della polizia di frontiera dell'Ungheria orientale, spiega le consegne: "La polizia ungherese si è impegnata a fermare i migranti sulla rotta dei Balcani occidentali, a non farli entrare illegalmente in Ungheria o nell'Unione Europea".
Per questo motivo, oltre ad operare all'interno dei propri confini, la polizia ungherese ha offerto il proprio sostegno ai Paesi più esposti ai flussi migratori dall'est.
Un dispiegamento di uomini che si aggiunge alle barriere alzate dal Paese: ad esempio, due recinti paralleli che corrono per 175 chilometri tra la Serbia e l’Ungheria, per impedire l’ingresso ai migranti. La seconda, dotata di sensori che danno scosse elettriche, è stata completata nel marzo del 2017.
Anche il ministro degli interni austriaco, Karl Nehammer, ha annunciato l'invio di agenti di polizia al confine tra Ungheria e Serbia: gli agenti controlleranno prima di tutto il traffico ferroviario. L'Austria sosterrà anche la Grecia nell'affrontare la crisi migratoria.