La strategia del PAM in Mozambico per le vittime dei cicloni Idai e Kenneth

In collaborazione con The European Commission
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Di Monica Pinna
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Il Mozambico tenta di tornare alla normalità dopo la tragedia dei cicloni. Il racconto di Karin Manente, Direttore del Programma Alimentare Mondiale nel Paese

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Distribuzioni alimentari, voucher e "Assistenza in cambio di beni", cosí il PAM in Mozambico sostiene le vittime di  Idai

Quasi un anno fa il Mozambico è stato devastato da due cicloni estremamente violenti: Idai, che ha colpito la zona centro-orientale e  Kenneth, che si è accanito contro la parte settentrionale del Paese. Ora, grazie agli aiuti internazionali e all'Unione europea, la popolazione si sta lentamente rialzando.

Questo il racconto di Karin Manente, Direttore del Programma alimentare mondiale (WFP) in Mozambico. "Il primo giorno è stato impossibile intervenire, tutto era inaccessibile, ma il giorno due, tre, quattro eravamo già attivi sul terreno. Avevamo già predisposto cibo e aerei, il che ci ha consentito di intervenire rapidamente su larga scala.

Abbiamo sostenuto circa un milione e duecento mila persone in sei settimane con assitenza alimentare. Per la maggior parte si è trattato di aiuti materiali che avevamo acquistato localmente. Abbiamo anche distribuito dei voucher in modo che i residenti potessero approvvigionarsi nei negozi che stavano già riaprendo.

Qui ad esempio, vedete degli evacuati che abbiamo ricollocato da zone limitrofe ad alto rischio inondazione. Questo sito per sfollati non è lontano da dove abitavano prima, ma questa zona è più in alto e quindi è più sicura.

Alla mattina gli sfollati ritornano nei loro campi per coltivare, e poi rientrano in questa zona che è piú sicura per loro e per le loro famiglie.

Sono circa 2000 le persone assistite qui a Ndedja. Siamo nella provincia di Sofala, quella più colpita dal ciclone IDAI. A Sofala stiamo sostenendo un totale di circa mezzo milione di persone.

Il nostro intervento prevede anche il programma “assistenza in cambio di beni”. Incoraggiamo i residenti a recuperare quello che hanno perso, come le strade che portano ai mercati, le infrastrutture locali, una nuova scuola, nuove abitazioni. Questo genere di infrastrutture aiuterà le vittime del ciclone a riprendersi. Questo tipo di programma è un po' più difficile da mettere in pratica qui, perché le persone sono state trasferite, ma in altre zone possiamo fare di più. Questo genere di programma è importante per il loro recupero a piú lungo termine. Quindi agiamo su cibo, beni e lavoro".

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