Bolsonaro delude i brasiliani a un anno dall'elezione

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Di Paolo Alberto Valenti
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È già molto basso in Brasile l'indice di gradimento del presidente eletto appena una anno fa. Il paese che sotto la sinistra si era arricchito non esce da una crisi piuttosto insidiosa

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Presidente da appena un anno, leader decisionista di una destra populista che ha rispolverato l'armamentario più bolso della politica conservatrice, il brasiliano Jair Bolsonaro è al vaglio dei commentatori, dei suoi elettori e del popolo.

"Il suo è un discorso strutturato su quelli che si chiamano i valori morali: la famiglia, il paese, questo tipo di discorso che piace molto a un segmento molto specifico della società; direi circa il 30% (dei brasiliani ndr), che sono i fedeli sostenitori. Ma non dialoga con l'intera società e questo compromette la sua popolarità. È il presidente meno popolare tra i presidenti eletti in Brasile", sentenzia il notista politico Fabio Kerche.

Pochi mesi di verso consenso

La luna di miele fra Bolsonaro e i brasiliani è finita già da mesi. Dopo lo storico successo elettorale del 2018, le sue mosse hanno generato malcontento: dalla negligente politica sull'Amazzonia (che gli è valsa le bacchettate del francese Macron) alla deprimente immagine internazionale che ha dato del Brasile con crescenti tensioni sociali, la difesa delle leggi antiabortiste, il minor salario per le donne rispetto agli uomini; e non si è mai dimenticato di attaccare puntualmente gay, lesbiche e transessuali.

I lati oscuri della campagna elettorale

Come un macigno pesano su di lui anche i probabili brogli per attingere a fondi poco chiari durante la campagna elettorale nonché i sospetti di irregolarità finanziarie del suo primogenito e i clamorosi abbagli sui risultati economici che hanno fiaccato la finanza del paese carioca.

La minaccia "Lula"

La sua esprienza da ufficiale non sembra avergli dato quell'apertura mentale che serve ai grandi comandanti per incassare duraturi successi politici. Paradossalmente l'ex presidente brasiliano Lula da Silva, icona della sinistra latinoamericana,  recentemente scarcerato, aveva guidato dal 2003 al 2010 un paese che si candidava a diventare uno dei più ricchi del mondo. Non tutta la classe dirigente brasiliana lo rimpiange ma Lula adesso è più che mai una minaccia per l'inefficace politica di Bolsonaro.

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