Clima ostaggio dello scarto fra promesse e realtà

Clima ostaggio dello scarto fra promesse e realtà
Di Jeremy Wilks
Condividi questo articolo
Condividi questo articoloClose Button
Copia e incolla il codice embed del video qui sotto:Copy to clipboardCopied

Edizione speciale di Climate Now dalla Cop 25. Il 2019 uno degli anni più caldi della storia. Ne esploriamo le conseguenze.

PUBBLICITÀ

Questo Climate Now è un'edizione speciale dalla Cop 25 di Madrid. Daremo uno sguardo al 2019, un anno eccezionale, e chiederemo che cosa possiamo aspettarci. Parliamo anche di divario nelle emissioni, fra le promesse e la realtà nell'atmosfera. E le ultime notizie sul clima dal servizio sui cambiamenti climatici Copernicus.

2019, un anno eccezionale: che cosa dobbiamo aspettarci per il futuro

Per discutere di clima, con noi c'è Vincent-Henri Peuch, del servizio di monitoraggio dell'atmosfera di Copernicus, e Maxx Dilley dell'Organizzazione meteorologica mondiale. Il 2019 è stato un anno da record. Ricordiamo che all'inizio dell'anno ha fatto meno 30 in Nord America con il vortice polare, poi abbiamo avuto più 46 in Francia, un nuovo record. È la nuova normalità?

Max Dilley: "Be', il 2019 è stato il secondo o terzo anno più caldo mai registrato dall'epoca pre-industriale. Ha fatto 1,1 gradi in più rispetto ai livelli pre-industriali".

Vincent-Henri Peuch: "Sì, e la sorpresa è che non è una sorpresa. Ogni anno si supera un record, e in una certa misura ci stiamo abituando. Ma se facciamo un passo indietro, molto probabilmente vedremo che gli ultimi cinque anni sono stati i cinque anni più caldi mai registrati e gli ultimi dieci anni i dieci anni più caldi".

Alla luce di tutto questo, che cosa possiamo aspettarci?

Vincent-Henri Peuch: "Tutte queste temperature da record, non 0,1 ma 2-3 gradi in più in alcune zone, sono senza precedenti per la Terra".

Max Dilley: "L'ultima volta che la Terra è stata così calda, i livelli del mare erano 6-9 metri al di sopra del livello attuale. Prima che il pianeta raggiunga un nuovo equilibrio, il mare continuerà a salire e i ghiacci continueranno a sciogliersi. Potete immaginare che cosa significherebbe un innalzamento del livello del mare di 6-9 metri per le popolazioni delle zone costiere".

Il clima a novembre

Il mese di novembre 2019 è stato più caldo della media, con temperature 1,3 gradi superiori a quelle dell'era pre-industriale.

È stato un mese molto più umido della media, con forti piogge e alluvioni in Italia e nei Balcani lungo la costa adriatica, mentre in Norvegia e intorno al Mar Nero è stato più asciutto della media.

Nel frattempo nel sud-est dell'Australia la primavera ha continuato a essere calda e secca, come si vede in questa carta delle anomalie di umidità del suolo, il che ha favorito la formazione di incendi.

Divario nelle emissioni: un problema di credibilità dei politici

Parliamo ora di divario nelle emissioni. Com noi ci sono Joeri Rogelj, climatologo dell'Imperial College di Londra, e Glen Peters, del Centro per la ricerca internazionale sul clima di Oslo. Nel 2018 abbiamo emesso nell'atmosfera una quantità record di CO2, ma a quest'evento si parla di ridurre le emissioni... Sembra che ci sia un problema di credibilità oltre che di emissioni.

Glen Peters: "Sì, c'è un problema di credibilità. Le emissioni sono in crescita da decenni, e il tasso di crescita non sembra rallentare molto. Sono aumentate di circa il 60 per cento dal 1990, e anche dopo l'Accordo di Parigi del 2015 sono aumentate di circa il 4 per cento. Quindi c'è un vero divario fra le emissioni reali, gli obiettivi e la retorica politica".

Quali sono le conseguenze di tutta questa CO2 in più nell'atmosfera?

Joeri Rogelj: "Su questo le conoscenze scientifiche sono molto chiare. Ogni tonnellata di CO2 che immettiamo nell'atmosfera aggiunge ulteriore riscaldamento. Quindi ogni anno che continuiamo a emettere aggiungiamo riscaldamento, aggiungiamo rischi e contribuiamo all'acidificazione degli oceani".

Gli attivisti dicono che i politici devono ascoltare gli scienziati. Voi siete scienziati. I politici vi ascoltano?

Joeri Rogelj: "Non esattamente. Nel 2015 a Parigi hanno deciso che vogliono contenere il riscaldamento ben al di sotto dei 2 gradi, a 1,5. Ora gli scienziati hanno spiegato quali siano le implicazioni di questa decisione: zero emissioni aggiuntive nell'atmosfera entro la metà del secolo o poco dopo. Se le emissioni aumentano di nuovo quest'anno, evidentemente non siamo in linea con quel che dice la scienza".

Journalist • Selene Verri

Condividi questo articolo

Notizie correlate

Cause umane e naturali dell’emissione di CO2: la chiave per controllare il riscaldamento globale

Cambiamenti climatici: l'obiettivo è distinguere le emissioni di CO2 naturali da quelle "umane"

Luglio 2019: il mese più caldo di sempre