Da Boris Johnson portiere a Jeremy Corbyn barista. Elezioni in Regno Unito: candidati verso il rush finale e staff della comunicazione scatenati. Quando la caccia all'ultimo voto passa anche per improbabili messinscena
Dal candidato "portiere" che stringe la mano a Babbo Natale, a quello operaio con tanto di casco e occhiali di protezione. Staff della comunicazione scatenati per evitare a Boris Johnson e rivali di incassare gol e autogol al 90° in vista del cruciale voto di giovedì.
E se lo scapigliato premier della Brexit sceglie il campo amico di Cheadle per mostrarsi rassicurante fra i bambini, il sempre austero Corbyn punta invece sul grembiule da barista: divisa da lavoratore saltuario e sottopagato, con cui dal Galles ribadisce agli elettori i catastrofici scenari e l'impoverimento a cui andrebbero incontro non votando il suo Partito laburista. Un messaggio che pare premiato dagli ultimi sondaggi: numeri che - dopo il faccia a faccia con Johnson di venerdì - in alcuni casi danno ormai il vantaggio dei Tories ridursi tra le 4 e le 6 lunghezze al massimo.
Sportivo anche il terreno scelto dalla LibDem Jo Swinson, che da Shinfield sembra però già prepararsi a un rovescio e promette di restare alla guida del partito anche se sconfitta sul campo. Incerto invece il suo dritto, così come le discese a rete che potrebbero risultarle preziose per un insperato recupero dell'ultima ora. Gilet giallo e casco di protezione, Nigel Farage strizza infine l'occhio alla classe operaia, ma viene accolto in Galles da salve di fischi: antipasto di numeri che - se confermati - condannerebbero il suo Brexit Party a una virtuale scomparsa.