Presidenziali in Algeria, una poltrona per 5: ecco i candidati alle elezioni di dicembre

Presidenziali in Algeria, una poltrona per 5: ecco i candidati alle elezioni di dicembre
Di Stefania De Michele
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La piazza chiede la "transizione democratica", diversi ex rappresentanti dell'establishment in corsa

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Lo spartiacque risale al 2 aprile scorso con le dimissioni del presidente Bouteflika: 20 anni al potere, disarcionato da 9 mesi di proteste contro l'ancien régime . La 'transizione democratica', chiesta dalla piazza in Algeria, è affidata al confronto elettorale di 5 candidati per le presidenziali del 12 dicembre. L'annuncio di nuove elezioni è arrivato il giorno dopo il 37esimo venerdì consecutivo di protesta nelle strade della capitale e di molti altri centri del Paese. 14 i manifestanti arrestati ad Algeri in uno dei cortei più partecipati dall'inizio dell''Hirak', il movimento di protesta pacifico che dal 22 febbraio accende il dissenso in Algeria.

Ad Algeri ha avviato la campagna elettorale l'ex ministro del turismo, l'islamista moderato, Abdelkader Bengrina, che rivendica il sostegno al movimento di protesta Hirak dall'inizio di febbraio. La sua discesa in campo è stata accolta con favore da centinaia di sostenitori, soprattutto donne, destinatarie del suo messaggio di rinnovamento.

L'ex primo ministro Ali Benflis è uno dei protagonisti della politica algerina, ma - seppure uomo dell'establishment - Benflis si propone come picconatore: lo scioglimento del Parlamento e una nuova Costituzione sono le sue promesse elettorali. La sua prima uscita - secondo i media locali - non è stata un successo.

Lontano dalla capitale, l'incontro di Abdelaziz Belaïd, leader di Fronte del Futuro, che non focalizza la sua campagna elettorale sui cambiamenti costituzionali. Al centro del comizio di Belaïd la lotta alla corruzione e il recupero del denaro sottratto alle casse dello Stato. È il terzo ad aver ricevuto il maggior numero di firme a sostegno della sua candidatura.

Tra i 5 candidati ammessi alle elezioni presidenziali, figura il giornalista-scrittore Azzedine Mihoubi, Ministro della Cultura tra il 2015 e il 2019, percepito dai suoi sostenitori come l'alternativa più seria per la carica di nuovo presidente in Algeria. A 60 anni, dice di volersi impegnare per i cittadini algerini.

Infine, in corsa, un altro esponente di quel regime che la piazza si propobne di mandare a casa: l'ex primo ministro Abdelmadjid Tebboune, in politica dal 1975, parente di Bouteflika. Tebboune ritiene che le richieste dei manifestanti possano essere soddisfatte dopo le elezioni: solo allora sarà possibile cambiare la costituzione e la legge elettorale.

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