Che fine ha fatto Alba Dorata? E chi ne ha raccolto il testimone?

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Dopo 4 anni il maxi processo contro il partito di estrema destra si sta per concludere. Un colpo mortale per il partito, già fuori dal Parlamento

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“Quello a cui la Grecia intera sta assistendo in questi giorni è il funerale di Alba Dorata, ma l’estrema destra sta solo rimescolando le sue carte, e buona parte dei voti e delle battaglie del partito vengono ereditati da Nea Demokratia, che oggi è al governo”.

Dimitris Deliolanes, giornalista e autore del libro Alba dorata, la Grecia nazista minaccia l’Europa, commenta così il maxi processo contro il partito di estrema destra che si avvia alla sua conclusione e che, nei giorni scorsi, ha portato a deporre in aula il suo leader, Nikos Michaloliakos.

“Il processo è la fine della parabola parlamentare di Alba Dorata, avvenuta in piena di crisi, quando il partito è arrivato a ottenere 16 seggi: in questo processo non solo viene messo sotto accusa il suo leader, ma viene acclarata la colpevolezza di tutta l’associazione, viene strappata la maschera al movimento, riconosciuto non più come un partito, ma come una vera organizzazione criminale. Di Alba Dorata in sé potrà rimanere solo un gruppuscolo nazista, con leadership strettamente familiare, con moglie figlia e fidanzato della figlia di Michaloliakos”.

L'accusa è quella di associazione a delinquere

Il processo contro Alba Dorata è iniziato nell’aprile di quattro anni fa, per ora non sono state emesse condanne e la sentenza è prevista nei prossimi mesi: sta coinvolgendo 69 membri del partito, 100 legali tra accusa e difesa, circa 350 testimoni e 1.5 terabytes di documenti informatici. La lista delle accuse al partito è lunga: tra queste, il tentato omicidio di quattro pescatori egiziani nel 2012, l’assassinio del rapper Pavlos Fyssas un anno dopo, nella periferia di Atene, poi l’aggressione ai danni di alcuni militanti del KKE, il partito comunista greco, nel quartiere ateniese di Perama lo stesso anno, e decine di attacchi squadristi che si sono susseguiti nel tempo.

Reuters
Il ritratto del leader di Alba dorata Nikos Michaloliakos mentre depone in aulaReuters

Ma se il processo di questi giorni è il funerale di Alba Dorata, le elezioni nazionali del 7 luglio scorso ne sono state la morte annunciata.

Il partito non ha raggiunto, per poco, la soglia del 3% ed è stato tagliato fuori dal parlamento. Per Dimitris Psarras, firma del quotidiano greco indipendente Efimerida ton Syndakton e autore di La bibbia nera di Alba Dorata, “quella di luglio è la sconfitta di un'organizzazione che non si è limitata a una retorica nazionalista e xenofoba ma ha copiato fedelmente il modello del partito nazista. Una scelta che a lungo andare le ha fatto perdere voti, mentre il processo in corso ha fatto il resto. Fino a pochi mesi fa l'organizzazione poteva persuadere i suoi seguaci che le accuse erano create ad arte dai loro oppositori politici, ma ormai nessuno crede più a questa teoria della cospirazione. E sono gli stessi dirigenti di Alba Dorata che vanno uno dopo l'altro denunciando persino il capo" spiega Psarras.

Stiamo assistendo al disfacimento di un'organizzazione criminale in cui lo scudo dell’omertà si è frantumato e tutti stanno cercando di salvare i propri interessi personali.
Dimitris Psarras
Giornalista e scrittore greco

Allo stesso tempo, come messo in evidenza da Deliolanes, “l’atteggiamento di abiura continua e collettiva, sul piano ufficiale, della ideologia nazista, si è ritorto contro il partito. In Grecia abbiamo una tradizione di processi politici contri i comunisti, dove l’imputato rivendicava sempre con forza la propria identità politica senza fare compromessi, mentre Alba dorata non ha mai adottato questo comportamento, nascondendosi dietro la retorica del 'Siamo solo patrioti greci'".

Manifestanti di Alba DorataReuters

Durante la sua deposizione, il leader Michaloliakos ha dichiarato di condannare Hitler affermando che il suo partito non ha alcun legame storico con il Terzo Reich. Si è anche detto innocente e non responsabile per ciò che altri membri del suo partito possano aver fatto, denunciando quella che secondo lui è una caccia alle streghe che va avanti da 25 anni.

Euronews ha contattato l’avvocato del leader Michaloliakos: ci ha risposto di non essere interessato a commentare con la stampa le accuse del processo.

Chi raccoglie i voti di Alba Dorata?

Nel 2012 Alba Dorata era cresciuta molto perchè aveva raccolto i voti di tutti quegli elettori che nel 2009 avevano votato un’altra formazione, Laos: partito di estrema destra, ma non organicamente neonazista, poi punito dalla scelta del leader di allora di partecipare a un governo tecnocratico guidato da Lucas Papademos. Oggi è di fatto una piccola formazione extraparlamentare. Secondo Deliolanes quelli sono gli stessi elettori che poi, davanti al richiamo continuo al nazismo di Alba Dorata, hanno deciso di abbandonare il partito.

Per andare dove?

Una parte minore sarebbe affluita in una nuova formazione di destra guidata da Kyriakos Velopoulos, televenditore di presunte lettere autografe di Gesù Cristo certificate da prelati ortodossi, che ha dato al partito lo stesso nome della sua trasmissione: Soluzione greca, che alle elezioni del 7 luglio si è attestata al 3,7%. La carriera politica di Velopoulos inizia con Laos, e per breve tempo confluisce anche in Nea Demokratia.

Sul sito del partito si legge, come presentazione: “Il bisogno patriottico era quello che riuniva un gruppo di persone la cui caratteristica comune era l'amore per la patria, l'amore per la tradizione e la sete di cambiamento”. Tra gli articoli più popolari c’è quello che propone di rinominare la regione della macedonia “Macedonia antica” con l’esplicito intento di “irritare il popolo di Skopje e spingerlo a violare il trattato”, mentre tra gli eventi a cui ha partecipato il partito spicca la liturgia di commemorazione dell’arcivescovo di Larissa e Tyrnavos.

A detta di Psarras, quella di “Soluzione greca è un’esperienza destinata ad esaurirsi presto, legata unicamente alle vicende del suo leader". Secondo lo scrittore: "È molto probabile che il partito torni presto dentro Nea Demokratia”.

Reuters
Un manifestante contrario all'accordo con la Macedonia del nordReuters

Già, Nea Demokratia.

Secondo Deliolanes e Psarras, è proprio qui cheuna parte consistente degli ex elettori di Alba dorata è confluita.

Il partito oggi al governo, come spiegato da Deliolanes, “è una formazione composita, l’unica del Partito popolare europeo con due anime ben distinte: quella neoliberista, incarnata oggi dal premier Mitsotakis, e quella di estrema destra rappresentata da personaggi come Adonis Georgiadis, vicepresidente del partito, e Makis Voridis, ex ministro e reponsabile per la pubblica amministrazione, entrambi provenienti dal bacino di estrema destra di Laos”.

A detta di Psarras “Nuova Demokratia ha adottato la retorica di estrema destra su due questioni in particolare: rifugiati e contenzioso con la Macedonia, cavalcando il sentimento nazionalista che ha investito il paese. Una volta vinte le elezioni, anche il partito ha rispettato le istituzioni democratiche e ha abbassato i toni. Una doppia lingua coltivata dalla stessa direzione del partito".

Una strategia possibile, specifica Psarras, “dal momento in cui non abbiamo elezioni imminenti davanti a noi.”.

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