Presidenziali in Afghanistan, misure di sicurezza straordinarie in vista del voto di domenica

Presidenziali in Afghanistan, misure di sicurezza straordinarie in vista del voto di domenica
Diritti d'autore REUTERS/Omar Sobhani
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Di Susanna Bonini
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Presidenziali in Afghanistan, misure di sicurezza straordinarie per proteggere candidati ed elettori, in vista del voto di domenica. Le previsioni danno il Presidente Ghani favorito ma sulle consultazioni pesa la minaccia dei Talebani.

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I preparativi per le elezioni presidenziali di domenica, in Afghanistan, sono agli sgoccioli. Nella capitale, Kabul, si respira aria d'incertezza e si teme un nuovo attacco dei talebani alla vigilia del voto, dopo una campagna elettorale segnata da intimidazioni e dal brusco dietrofront di Trump sui negoziati che avrebbero dovuto portare a un accordo di pace.

Chi sono i candidati

Ashraf Ghani, l'attuale presidente, stando alle previsioni è favorito e dovrebbe ottenere un secondo mandato di cinque anni. I talebani, tuttavia, hanno concentrato i loro attacchi in aree dove si presume che gli elettori lo sosterranno.

Tra i 18 candidati figura anche il capo del governo di unità nazionale, Abdullah Abdullah, il solo che, nella sua posizione, potrebbe avere qualche reale chance di vittoria. 

Clima intimidatorio

Per proteggere candidati ed elettori, intanto, sono state dispiegate imponenti misure di sicurezza soprattutto nella capitale dove gli abitanti temono per la loro sicurezza il giorno del voto.

"I talebani ci minacciano in continuo perché non vogliono che partecipiamo a queste elezioni", riferisce preoccupato Sayed Hashim. "Nonostante le loro intimidazioni - continua - credo che la maggior parte della gente voterà pur di difendere la democrazia".

Un altro abitante di Kabul é certo che il clima intimidatorio delle settimane scorse non fermerà gli afghani: "Saremo in tanti a partecipare a queste elezioni e per questo chiediamo al governo e alle forze di polizia di garantirci sicurezza e trasparenza durante le operazioni di voto"

Schierati da ieri, in strada e vicino ai seggi dove si voterà, ci sono circa 100mila tra militari e poliziotti. Una mobilitazione senza precedenti per una tornata elettorale cruciale per pacificare un paese che dal 2001 é martoriato dai conflitti.

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