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Si diffondono le voci di tangenti ucraine ai politici statunitensi

Il presidente Joe Biden, a destra, e il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy, a sinistra, durante il loro incontro alla Casa Bianca a Washington, DC 26 settembre 2024
Il presidente Joe Biden, a destra, e il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy, a sinistra, durante il loro incontro alla Casa Bianca a Washington, DC 26 settembre 2024 Diritti d'autore  Susan Walsh/Copyright 2024 The AP. All rights reserved.
Diritti d'autore Susan Walsh/Copyright 2024 The AP. All rights reserved.
Di James Thomas
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Le notizie false sulla guerra russo-ucraina è uno dei mezzi usati per influenzare l'opinione pubblica e i governi occidentali sul sostegno a Kiev

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Sui social circola un elenco di politici statunitensi, fra cui il presidente Joe Biden, che hanno ricevuto tangenti per sostenere l'Ucraina. L'elenco sarebbe stato diffuso da un funzionario ucraino. Sul documento vengono riportati i nomi dei politici coinvolti e gli importi che ciascuno avrebbe ricevuto.

Presunte donazioni dall'Ucraina: c'è anche Biden

Biden avrebbe ricevuto 92 milioni di dollari (89,6 milioni di euro), mentre l'ex speaker della Camera dei Rappresentanti Nancy Pelosi avrebbe portato a casa 86 milioni di dollari. All'ex senatore Mitt Romney sarebbero arrivati 71 milioni di dollari.

L'immagine, postata su siti come Threads e X, include politici di entrambi gli schieramenti.

The list of politicians is false
The list of politicians is false Euronews

Donazioni ucraine: non ci sono prove e il testo è sgrammaticato

Tuttavia, non viene fornita nessuna prova di questi pagamenti illeciti dall'Ucraina in cambio del sostegno a Kiev contro l'invasione russa.

Non ci sono testate giornalistiche ufficiali che riportano la notizia, ed è anche poco plausibile che un funzionario ucraino abbia rilasciato le statistiche e puntato il dito sugli stessi politici su cui il Paese fa affidamento per gli aiuti finanziari.

Il testo che accompagna l'elenco sarebbe stato scritto male - un altro segno distintivo delle notizie inaffidabili, soprattutto perché gli errori sono spesso ricorrenti. Il che fa pensare che si tratti di una catena di Sant'Antonio, copiata, incollata e condivisa in massa.

Voci di donazioni si rincorrono dal 2023

La ricerca di casi precedenti su X mostra che queste voci si ripresentano spesso fin dal 2023 e sono state già condivise in varie occasioni. I fact-checkers hanno sempre smontato queste affermazioni in passato. Non c'è motivo di credere che la situazione sia cambiata da allora.

La propaganda filorussa e dei detrattori dell'Ucraina diffonde spesso affermazioni false o fuorvianti sul sostegno a Kiev. Lo scopo è di influenzare l'opinione pubblica, al fine di fare pressione sui governi occidentali.

Le cifre degli aiuti all'Ucraina

Il sostegno degli Stati Uniti all'Ucraina ammonta a quasi 183 miliardi di dollari dall'inizio dell'invasione russa nel 2022 al 30 settembre 2024. I dati sono stati diffusi dall'Ukraine Oversight.

A gennaio l'Unione europea ha dichiarato di aver messo a disposizione più di 140 miliardi di dollari in assistenza finanziaria, militare, umanitaria e ai rifugiati. Questo attraverso misure collettive e singole degli Stati membri nello stesso periodo.

Washington è il principale sostenitore dell'Ucraina finora. Ma con il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca, gli alleati europei temono che gli Stati Uniti possano ridurre o addirittura interrompere del tutto gli aiuti, dal momento che il presidente eletto li critica da tempo.

Guerra russo-ucraina: l'effetto Donald Trump

L'amministrazione di Biden sta fornendo all'Ucraina tutto il sostegno militare possibile: il quattro gennaio Washington ha concesso un pacchetto di armi da 500 milioni di dollari, volto a mettere Kiev nella posizione più forte possibile in sede di negoziati di pace.

I ministri della Difesa dei cinque Paesi europei che spendono di più in campo militare - Francia, Germania, Italia, Polonia e Regno Unito - si sono incontrati lunedì nei pressi di Varsavia per discutere del sostegno all'Ucraina e del potenziamento della produzione di armi in vista di eventuali cambiamenti nella politica statunitense.

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