Corte suprema: la risposta di Boris Johnson

Corte suprema: la risposta di Boris Johnson
Di Alberto De Filippis
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Da New York il premierafferma di poter trovare altri modi per sospendere i lavori del parlamento

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Boris Johnson cerca di fare buon viso a cattivo gioco dopo il tremendo schiaffo della corte suprema inglese che ha considerato illegale la sospensione dei lavori parlamentari da parte del primo ministro.

Il premier, davanti ai giornalisti ha fatto quello che sa fare meglio quando è all'angolo: attaccare a testa bassa criticando la sentenza e chi aveva portato la questione davanti ai giudici: "Sono in fortissimo disaccordo con quanto deciso dalla giustizia. Non credo sia giusto ma andremo avanti e il parlamento ovviamente riaprirà. Credo che la cosa più importante sia quella di realizzare la Brexit entro il 31 ottobre e ovviamente ci sono persone che faranno di tutto per fermare o inficiare questo progetto".

Johnson ha poi addirittura rilanciato, alludendo al fatto di poter cercare altri strumenti legali per sospendere il parlamento, e affermando che i giudici della corte non avrebbero esplicitamente affermato di non poterlo rifare in altri modi.

Ha continuato:  "Credo che i giudici pensino che quella forma di sospensione sia inusuale e che non abbiano approvato quella maniera di fare. Per me la sospensione del parlamento è uno strumento antico e non credo che in passato sia stato contestato in questa maniera.

Johnson però, malgrado tutto, sembra stia aumentando il consenso in patria ed è stato sfidato dai laburisti ad andare a elezioni. La sentenza non ha sminuito la sua fiducia nella vittoria finale.

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