Brexit, al via il voto per la mozione anti no-deal dopo il question time al vetriolo

Brexit, al via il voto per la mozione anti no-deal dopo il question time al vetriolo
Diritti d'autore Parliament TV via REUTERS
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Di Simona Zecchi
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Boris Johnson chiede alla Camera dei Comuni di lasciare la parola "al popolo" sulla Brexit con elezioni da tenersi secondo la sua proposta il 15 ottobre

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Scambio al vetriolo durante il consueto "question time" al parlamento britannico fra Boris Johnson e Jeremy Corbyn, dove il leader dei laburisti ha sfidato il premier a rispettare il rifiuto del no deal per garantire la pubblicazione della legge ad hoc, in via di discussione prima della convocazione del voto, e Johson, da parte sua, è tornato ad accusare l'opposizione di "minare", con la legge anti-no deal, lo sforzo del suo governo di ottenere dall'Ue un accordo.

"Vi dico quale sarà la nostra strategia di negoziazione. Ottenere un accordo entro il summit del 17 ottobre e portare fuori questo Paese dall'Unione europea il 31 ottobre e così la Brexit sarà portata a termine. Può dirci Corbyn, dunque se vorrà permettere a questo paese di decidere con le elezioni del 15 ottobre o ha paura?", ha detto Johnson rispondendo a Corbyn che lo incalzava anche sulle risposte da dare ai cittadini nel caso di uscita senza accordo.

Corbyn ha replicato affermando sarcasticamente di non poter essere accusato di "sabotare negoziati" con l'Ue che "non esiste:

"Ho chiesto che tipo di proposte sono state fatte all'UE. Abbiamo chiesto ieri. Molti colleghi e il primo ministro sembrano visibilmente incapace di rispondere. Un essere umano che si dice tale penserebbe che non sia stato proposto nulla e ancora nessuna risposta è arrivata al riguardo."

E' l'ultima battaglia dopo la sconfitta ai Comuni subita Martedì 3 settembre da Johnson nella quale BoJo (come viene chiamato dai giornalisti il premier britannico) ha insistito sul ritorno alle elezioni anticipate se i deputati oggi approveranno la legge anti-no deal per un rinvio dell'uscita dall'Ue.

Intanto un giudice della suprema corte scozzese ha dichiarata la sospensione del Parlamento britannico, annunciata nei giorni scorsi dal governo Tory di Boris Johnson per 5 settimane a partire dalla settimana prossima, legale. Decisione seguita al respingimento nel merito - dopo aver già rifiutato in precedenza la richiesta di una procedura di urgenza - il primo dei tre ricorsi presentati da sostenitori del fronte anti-Johnson e anti-Brexit presso altrettante corti del Regno.

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