L'Amazzonia continua a bruciare e Bolsonaro annuncia la sua partecipazione all'assemblea Onu

Migliaia di incendi continuano a devastare l'Amazzonia, l'ultimo si è verificato a Machadinho dell'Est, nello Stato braisliano della Rondônia, va ad aggiungersi alle decine di migliaia di incendi boschivi nella che hanno colpito la più grande foresta pluviale del mondo durante la stagione secca di quest'anno.
E mentre il presidente Jair Bolsonaro, ampiamente criticato per il suo sostegno alla deforestazione dell'Amazzonia, ha annunciato di dover saltare il summit regionale sugli incendi, per una operazione che dovrà subire, ci tiene a far sapere invece che si recherà alle Nazioni Unite. Lo ha dichiarato a gran voce ai giornalisti, affermando che non intende "accettare l'elemosina di nessun paese con il pretesto di proteggere l'Amazzonia che è stata praticamente venduta al mondo intero, a pezzi".
L'Assemblea Generale dell'Onu si aprirà a New York il prossimo 17 settembre e, come da tradizione, sarà il Brasile ad avviare il dibattito nell'organismo. Il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, ha detto venerdì scorso che sta lavorando perché a margine dell'Assemblea si svolga una riunione di Paesi interessati sulla situazione in Amazzonia, che ha definito "molto seria".
Intanto settembre ha aperto i battenti già con 980 focolai di incendio e da gennaio, il bioma amazzonico ha accumulato 47.805 focolai in tutto. Sono i dati che segnano una distruzione sempre in corso.
E' necessario poi ricordare che certo l'Amazzonia è presente in gran parte in Brasile ma arriva anche in Colombia e Perù dove anche si sono registrati focolai.