Sullo stato sociale, governo a targhe alterne?

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Di Diego Malcangi
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Prima Conte e Di Maio, poi Salvini: il governo incontra le parti sociali in due giornate. Separati in casa? Chi dovrà tirare le somme, nel momento cruciale? E se Conte propone il taglio del cuneo e la Lega vuole la Flat Tax, il sindacato con chi sta? L'abbiamo chiesto al segretario dell'UGL...

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Prima Conte e Di Maio, poi Salvini: il governo che incontra le parti sociali a targhe alterne è la replica di quanto accadde alcune settimane fa, con l'irritazione del Presidente del Consiglio per il vertice organizzato autonomamente dal vicepremier.

E con la Lega che batte i pugni sul tavolo per avere la flat tax da subito, Conte ha invece rilanciato l'idea del taglio del cuneo fiscale. Abbiamo chiesto un'opinione al segretario generale dell'UGL, sindacato considerato vicino alla Lega: sui tavoli separati, e sulle proposte fiscali.

"Due riunioni differenti... Ci mancherebbe, è l'occasione di due forze di governo di ascoltare le parti sociali. Per quanto ci riguarda, chiunque ci chiama ovviamente avrà la nostra attenzione e soprattutto avrà l'opportunità di sentire le nostre idee"

"Conte ha ragione a dichiarare che c'è un'emergenza salariale, lo diciamo da moltissimo tempo. Bisogna far ripartire i consumi e quindi bisogna mettere più soldi in tasca ai lavoratori. I sistemi possono essere quelli della flat tax sicuramente per i redditi più alti, quelli da 25.000 a 60.000 euro, o possono essere altre forme di taglio per esempio del cuneo fiscale, di alleggerimento fiscale per quelli più bassi di 25.000 euro. Ma comunque l'obiettivo è uno soltanto: quello di rimettere in moto i consumi, di favorire con questo sistema lo sviluppo e far ricrescere il Paese".

Secondo Salvini non ci sono sovrapposizioni, si tratta di incontri diversi. Resta da vedere se e quanto potranno sovrapporsi le idee delle due parti del governo e chi debba gestire il dialogo con le parti sociali quando si arriverà al momento delle decisioni per la manovra d'autunno.

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Dopo la conclusione dell'incontro, Salvini ha precisato:

"Ci sono state date parecchie idee di un mix di flat-tax, revisione delle aliquote Irpef e taglio del cuneo che verificheremo. A noi interessa che un bel po' di gente paghi un po' meno tasse. L'importante è che a fronte di una spesa per investimenti, crescita, sviluppo e lavoro nessuno ci ha detto di non toccare i dogmi di Bruxelles. Tutti hanno chiesto di non aumentare l'Iva".

E sulla fiscalità il presidente dei commercialisti, Massimo Miani, ha detto: 

"la priorità deve essere data ora a quei redditi compresi tra 28.000 euro e 55.000 euro lordi che scontano un'aliquota marginale del 38%, la quale, considerato il livello dei redditi su cui viene applicata, appare più espropriativa che progressiva".

"Con 9 miliardi di euro sarebbe possibile abrogarla ed espandere l'aliquota del 27% fino a 55.000 euro, riducendo così in modo strutturale ed erga omnes il numero di aliquote Irpef da 5 a 4", ha proposto. Il presidente dei commercialisti ha anche espresso apprezzamento per l'accorpamento di Imu e Tasi al quale sta lavorando il sottosegretario Bitonci. 

Anche il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, si è espresso a favore di un mix di flat tax e taglio del cuneo:  "Una riduzione del cuneo - ha detto - che sia parte integrante di un generale processo di revisione delle aliquote IRPEF nella prospettiva della flat tax". "Meno tasse a carico dei contribuenti in regola - ha precisato - è certo un ottimo proposito. Occorre che siano chiariti tempi, modi e risorse. Perché cittadini ed imprese hanno necessità di chiarezza e di certezze". Contrario a un salario minimo per legge (Salvini dirà poi che c'è stata unanimità su questo punto), Sangalli ha proposto una strategia in quattro mosse:  "valorizzazione della contrattazione collettiva sottoscritta da chi realmente rappresenta lavoratori ed imprese, contrasto dei contratti pirata, impulso alla crescita ed alla produttività, riduzione del cuneo fiscale e contributivo".

Il presidente della Cia-Agricoltori Italiani Dino Scanavino ha sottolineato che  "il costo del lavoro è fra i più alti in Europa, mentre lo stipendio medio dell'operaio è il più basso del continente, con un cuneo fiscale determinato dal carico eccessivo di oneri sociali che ha determinato un calo della manodopera straniera comunitaria (Est Europa, soprattutto), che quest'anno non è stato compensato da quella extra-comunitaria, dopo il forte ritardo nella pubblicazione decreto flussi".  Scanavino ha quindi proposto di adeguare i flussi migratori "in relazione ai fabbisogni delle aziende, scaglionando l'ingresso dei lavoratori extra-comunitari e tenendo conto della stagionalità delle colture, in modo da garantire manodopera con la giusta tempistica".

Decisamente più critica la CGIL, presente con il vicesegretario generale, Gianna Fracassi, che ha sottolineato le divisioni del governo: "Abbiamo rappresentato esattamente le stesse cose di ieri, la stessa piattaforma, quindi non comprendiamo come mai ieri, quando era convocato un incontro formale presso la Presidenza del Consiglio, il ministro Salvini non fosse presente", ha detto.

Ha poi detto che alcune cose emerse dall'incontro con Salvini sono "inaccettabili", menzionando l'ipotesi di condoni e il mancato riferimento alla lotta all'evasione fiscale.

Ha parlato di "dati sempre più preoccupanti" per il Paese, e ha aggiunto: "Per ripartire, per creare lavoro, serve un grande piano di investimenti pubblici e privati e nuove assunzioni nella pubblica amministrazione". E' poi necessaria "una ridistribuzione delle risorse a favore dei lavoratori e dei pensionati: rinnovando i contratti nazionali di lavoro a partire da quelli pubblici; abbassando le tasse ai lavoratori e ai pensionati attraverso le detrazioni; contrastando davvero l'evasione fiscale (con la tracciabilita', la limitazione dell'uso del contante) e evitando nuovi condoni fiscali; pensando ad un contributo di equità".

E uscendo dal Viminale il segretario generale aggiunto della Cisl, Luigi Sbarra, ha commentato:

"L'auspicio è che superati questi incontri e questi momenti, diciamo 'separati', di dialogo sui temi economici sociali, produttivi e occupazionali il Governo riesca a produrre una sintesi e a convenire su un pacchetto di temi che stiamo sollecitando e stiamo rivendicando da collocare nella prossima legge finanziaria".

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Per la parte fiscale, la Cisl propone di detassare gli aumenti contrattuali e azzerare la tassazione sugli accordi di secondo livello. Oltre ad allargare la no tax area, aumentare le detrazioni per lavoratori dipendenti e pensionati e rimodulare le aliquote sui redditi medio-bassi.

Nel suo intervento Sbarra si è poi espresso contro il salario minimo per legge: "lasciamo questo tema del salario minimo all'autonomia delle parti sociali", ha detto.  Ha chiesto investimenti su istruzione, formazione e alternanza scuola-lavoro. E ha aggiunto: "bisogna ripartire soprattutto dalla politica industriale, stabilire insieme su quali settori innovativi e comparti investire. Nella Pubblica amministrazione non basta solo compensare il turn over e rinnovare i contratti. Abbiamo le piante organiche sottodimensionate con i servizi minimi a rischio. Bisogna accelerare le procedure per le assunzioni."

E tornando all'UGL, Paolo Capone ha detto: “I provvedimenti adottati dal Governo, come Quota 100, vanno nella giusta direzione e hanno prodotto alcuni segnali positivi quali il calo del tasso di disoccupazione: per favorire la crescita economica, tuttavia, è necessario intervenire attraverso misure come la flat tax per i redditi compresi fra i 25 e i 60 mila euro, e parallelamente occorre rilanciare gli investimenti pubblici attraverso una politica industriale più coraggiosa a sostegno del tessuto socio economico del Paese.”

Anche il segretario della UIL, Carmelo Barbagallo, si aspetta che dopo le vacanze il governo proceda in modo unitario e sappaia trarre una sintesi per una linea chiara: 

"Noi vi abbiamo fornito i nostri documenti e le nostre proposte scritte, ora ci aspettiamo almeno qualche rigo che metta nero su bianco ciò che intendete fare con la Finanziaria, proprio a partire dalla questione fiscale"

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"Siamo d'accordo con voi sulla necessità di ridurre le tasse - ha aggiunto - ma vorremmo capire come e a chi. Per parte nostra, ribadiamo la necessità di ridurre le tasse ai lavoratori dipendenti e ai pensionati, perché cosi queste categorie di cittadini recuperano il loro potere d'acquisto e possono dare il loro contributo al rilancio dei consumi. Proponiamo, inoltre, la detassazione dei prossimi aumenti contrattuali, operazione che non comporterebbe costi aggiuntivi. Peraltro, su questi punti, anche le parti datoriali la pensano come noi". Poi Barbagallo ha esortato la ministra Giulia Bongiorno, presente all'incontro, ad attivare al più presto i tavoli di confronto con le categorie del pubblico impiego, anche per il rinnovo dei contratti.

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