Corte Ue: il Belgio ha prolungato la vita di 2 delle proprie centrali nucleari senza le valutazioni ambientali previste dal diritto Ue
Per mantenere in vita i suoi reattori nucleari il Belgio ha violato le normative comunitarie, anche se in ragione di “necessità” può agire in deroga. A stabilirlo la Corte di giustizia dell’UE, in una sentenza destinata a far discutere e ad accendere il dibattito su atomo e sicurezza.
Secondo quanto stabilito dai giudici a fronte di rischi di black-out si può giustificare il mantenimento di attività di centrali e reattori, anche se questi sono datati.
Nel mirino, in particolare, il sito di Doel, una delle due centrali nucleari attive in Belgio, assieme a quella di Tihange, nei pressi di Liegi. La prima, non lontana da Anversa, è costituita da quattro reattori, realizzati tra il 1969 e il 1978, progettati per avere un ciclo di vita di 40 anni. In pratica avrebbero dovuto cessare l’attività nel 2015. Invece sono ancora attivi.
Senza l’intervento del legislatore belga, si sarebbe prodotto uno shock energetico in tutto il Belgio.