Iran, sempre più lontani dall'accordo

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Preoccupazione nelle cancellerie, Teheran conferma il processo di arricchimento dell'uranio

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L'annuncio di Teheran sulla ripresa delle attività di arricchimento dell'uranio preoccupa le cancellerie. Tanto da Bruxelles quanto da Londra, Berlino e Parigi, arrivano inviti alla moderazione rivolti all'Iran che per bocca del suo vicemininstro degli Esteri Araghchi ha nuovamente ribadito di non sentirsi più vincolato ai termini dell'intesa, confermando la ripresa delle attività di arricchimento dell'uranio. L'accordo, secondo Teheran, sarebbe stato violato da Usa e Unione europea con l'imposizione di nuove sanzioni nei confronti dell'Iran, sanzioni che hanno indebolito duramente l'economia nazionale.

In conseguenza della decisione annunciata da Araghchi, i laboratori nucleari raniani aumenteranno l'arricchimento dell'uranio oltre la soglia limite del 3.67 per cento prevista dall'accordo, dando però 60 giorni di tempo alle parti per dare vita a un nuovo quadro negoziale che riesca quantomeno a neutralizzare l'embargo sulle esportazioni di petrolio voluto da Washington. Proprio gli Stati Uniti, ritirandosi unilateralmente dall'accordo nel 2018, hanno contribuito ad accrescere la tensione sul dossier.

Nei giorni scorsi il presidente francese Macron aveva espresso preoccupazione al suo omologo iraniano Rohuani per le conseguenze di una rottura dell'accordo sul nucleare, e le parti avevano diffuso un comunicato congliunto che prometteva "di esplorare entro il 15 luglio le condizioni per la ripresa del dialogo". Una strada che però appare in salita al governo britannico, storicamente a fianco dell'alleato statunitense, anche nel rinnovare i moniti all'Iran. Jeremy Hunt, ministro degli Esteri: "Siamo preoccupati dalle notizie di oggi, ma attendiamo una verifica indipendente da parte dell'organismo internazionale competente prima di decidere i prossimi passi, ma ovviamente se l'Iran sta violando l'accordo ci saranno gravi conseguenze".

La partita contro le sanzioni è per il governo iraniano decisiva nel tentativo di mitigare la difficile crisi economica in cui versa il paese, proprio a causa del blocco economico imposto dagli Stati Uniti, che si impegnano a punire quanti, governi o compagnie private, non si adeguino al divieto.

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