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Sudan, la Giunta militare: "non estrederemo al-Bashir all'Aja"

Sudan, la Giunta militare: "non estrederemo al-Bashir all'Aja"
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Di Antonio Michele Storto
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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Il Presidente appena deposto, che ha governato il paese col braccio di ferro per 30 anni, è accusato di Crimini contro l'umanità dalla corte penale internazionale, per il genocidio nel Darfur

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Omar el-Bashir, l'ex presidente sudanese appena deposto da un colpo di stato dopo trent'anni di governo ininterrotto, non sarà estradato all'Aja, dove la Corte penale internazionale lo ha accusato di crimini contro l'umanità per il genocidio compiuto durante il conflitto del Darfur. A farlo sapere è la Giunta militare che governerà il paese almeno per i prossimi due anni.

"Per quanto riguarda l'estradizione del Presidente - ha dichiarato il colonnello Omar Zein Abedeen, membro del Consiglio di transizione - noi, come militari, non lo consegneremo a degli estranei, perché ciò ¨non sarebbe conforme ai nostri valori e principi. Chi eventualmente verrà dopo di noi potrà farlo, ma non noi. Questi sono i valori e la morale dei sudanesi. Lo perseguiremo ma non lo consegneremo".

Il mandato d'arresto contro Bashir fu spiccato nel 2009, ma già da anni le Nazioni Unite sollecitavano le autorità sudanesi a cooperare riguardo al caso. "La nostra posizione al riguardo è molto chiara - ha sottolineato Ravina Shamdasani, portavoce dell'Alto commissariato Onu per i Diritti umani - incoraggiamo le autorità sudanesi a cooperare pienamente con la Corte penale internazionale (CPI). Già nel 2005 il Consiglio di sicurezza ha adottato una risoluzione che invitava il governo sudanese a cooperare e a fornire l'assistenza necessaria al Tribunale e incoraggiava tutte le autorità sudanesi a rispettare i loro obblighi al riguardo. E sì, vorremmo continuare a incoraggiare il governo sudanese a cooperare pienamente con la Corte".

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