La vicenda Diciotti, dell'estate scorsa, dà il via a un iter giudiziario nei confronti del ministro dell'Interno italiano. Dopo la richiesta di archiviazione della Procura di Catania, il tribunale dei ministri di Catania chiede l'autorizzazione a procedere
È il 20 agosto quando la nave Diciotti, un pattugliatore della Guardia costiera italiana con a bordo 190 migranti, arriva nel porto di Catania.
I migranti sono stati tratti in salvo qualche giorno prima al largo di Lampedusa, Malta si è rifiutata di accoglierli e l’Italia decide di non farli sbarcare.
Matteo Salvini e il suo governo sono irremovibili, vogliono un accordo europeo per la ripartizione dei migranti.
Di fronte al disinteresse generale europeo, minori e malati vengono fatti sbarcare. A bordo restano 177 persone. Per loro l'autorizzazione allo sbarco arriva il 25 agosto, dopo un accordo raggiunto con la Chiesa di Roma, Irlanda e Albania.
Matteo Salvini non ha il tempo di plaudire a quella che lui chiama una vittoria - di Pirro dicono le opposizioni - quando è raggiunto dalla notizia secondo cui è indagato dalla Procura di Agrigento per per sequestro di persona, abuso d'ufficio e arresto illegale.
Il primo novembre, dopo vari pasaggi giudiziari, il procuratore capo della Procura di Catania ,Carmelo Zuccaro, formula la richiesta motivata di archiviazione per le accuse a Salvini.
Il 24 gennaio il tribunale dei ministri di Catania reitera la richiesta al Senato per avere l’autorizzazione a procedere.
L’obbligo di salvare la vita in mare - scrive il tribunale - costituisce un preciso dovere degli Stati e prevale su tutte le norme e gli accordi bilaterali finalizzati al contrasto dell’immigrazione irregolare».
Il resto è storia di questi giorni.