Spagna, 8 mesi di governo Sánchez sintetizzati in 8 punti

Spagna, 8 mesi di governo Sánchez sintetizzati in 8 punti
Diritti d'autore REUTERS/Juan Medina
Di Lillo Montalto MonellaLuca Santocchia
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L'eredità politica del Presidente del Governo uscente: questo il bilancio ad oggi della sua legislatura

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Sono passati otto mesi e mezzo dal 2 giugno 2018, giorno in cui Pedro Sanchez entrava in carica come primo ministro spagnolo in seguito all'approvazione in Parlamento di una mozione di sfiducia contro il governo di Mariano Rajoy. Quello stesso Parlamento mercoledì ha bocciato la legge di bilancio per il 2019, decretando di fatto la fine anticipata del governo. La data delle elezioni legislative anticipate è stata scelta: il prossimo 28 aprile. 

L'eredità politica della legislatura di minoranza socialista, sostenuta da 84 deputati su 350, è sintetizzabile in 8 punti.

  • Donne al centro del progetto. Il leader socialista è riuscito a formare un esecutivo composto per la maggior parte da donne, un fatto senza precedenti nella storia democratica del paese. Ma dopo i plausi iniziali, l'immagine del governo si è presto appannata a causa degli scandali che hanno coinvolto diversi dei suoi ministri e portato due di loro alle dimissioni.
  • Accoglienza, anzi...forse. A livello internazionale, il primo appuntamento di rilievo è stato il vertice europeo di fine giugno sull'immigrazione in cui il premier si è presentato come un alfiere dell'accoglienza, appoggiando il sistema di ridistribuzione dei migranti. Tre settimane dopo la Spagna ha aperto i suoi porti all'Aquarius, la nave con a bordo più di 600 persone respinta dai governi di Italia e Malta. La decisione gli è costata le critiche di molti politici in patria che hanno denunciato un possibile "effetto chiamata". Nei mesi successivi, il governo Sanchez ha cambiato rotta nella politica sulle navi delle Ong impegnate nel Mediterraneo negando il permesso di prendere il largo prima a Open Arms, poi all'ex peschereggio basco riconvertito in nave di salvataggio Aita Mari.
  • Salario minimo a 900 euro. Forse la più importante misura dell'esecutivo è stata portare a 900 euro il salario minimo interprofessionale, il più alto dal 1977. Sono state inoltre aumentate del 3% le pensioni minime e non contributive, sforando dopo 6 anni il tetto dello 0,25%. Anche gli stipendi dei dipendenti pubblici hanno goduto di una boccata d'ossigeno del +2%. Sono stati inoltre stanziati 42 milioni di euro in incentivi all'occupazione nelle Isole Canarie, dove quasi il 20% della popolazione attiva è attualmente senza lavoro. Più di 12 milioni di persone hanno beneficiato delle misure, da molti ritenute comunque non sufficienti.
  • Sanità universale e occupazione. Con un decreto ha recuperato la copertura sanitaria universale a spagnoli e migranti dopo che, nel 2012, il Pp di Rajoy aveva tolto improvvisamente questo diritto costituzionale a 800mila persone. È stato inoltre approvato un piano per l'occupazione giovanile da 2 miliardi di euro. A gennaio, la Spagna ha toccato il livello più basso di disoccupazione degli ultimi 10 anni.  

  • La spada di Damocle catalana. Criticato dalle opposizioni, Sanchez ha provato la strada del dialogo e della riconciliazione dopo la frattura sociale e politica del referendum del 2017.Sebbene la caduta del suo governo sia imputabile allo scontro con i partiti catalani in Parlamento, che hanno fatto mancare il voto decisivo sul budget per il 2019, Sánchez aveva impegnato una spesa aggiuntiva di quasi 2 miliardi di euro per la Catalogna - ma tutto è stato vanificato dalla mancata approvazione della legge di bilancio. 

  • Nessuna esitazione sul tema dell'eredità storica: il franchismo. Sul fronte interno Sanchez ha provato a fare i conti col franchismo, avviando l'iter giuridico per il trasferimento dei resti del dittatore dal mausoleo nella Valle dei Caduti, in cui riposono più di 30mila vittime della guerra civile. Probabile che la decisione resti in sospeso per ordine del Tribunale Supremo per qualche mese: la famiglia ha ora due settimane per trovare un luogo in cui seppellirlo. Un'altra scelta carica di valore simbolico è quella di riconoscere ufficialmente come vittima del franchismo l'ex presidente della generalitat, Lluis Companys, fucilato nel 1940 in un caso unico in Europa per un presidente democraticamente eletto.

  • Politica estera e rapporto con l'America Latina. Il premier ha puntato a rinsaldare i legami con l'America Latina, ma non ha esitato a criticare aspramente il governo di Nicolas Maduro, riconoscendo Juan Guaidó come presidente ad interim del Venezuela.

  • "Recupero del prestigio internazionale". La difesa della giustizia e della democrazia spagnole sono stati al centro del suo intervento durante la recente visita al Consiglio d'Europa, avvenuta qualche giorno prima dell'inizio del processo ai leader indipendentisti catalani. Nella conferenza stampa in cui ha annunciato la data delle elezioni, Sanchez si è detto soddisfatto del recupero del prestigio internazionale da parte del suo Paese.

Proteste contro il governo Sanchez a Madrid lo scorso 10 febbraio. REUTERS/Sergio Perez
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