Spagna, manifesto di ex ufficiali dell'esercito contro la riesumazione di Franco

Spagna, manifesto di ex ufficiali dell'esercito contro la riesumazione di Franco
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Di Pascale Davies
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Il documento è stato inviato al governo socialista, che vuole rimuovere i resti del Caudillo da Valle de los Caidos. Appare sul sito del controverso gruppo di ex ufficiali AME. Tra i firmatari figurano un ex ammiraglio, 29 generali, 105 colonneli, 15 luogotenenti, comandanti e capitani della marina.

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Più di 180 alti ufficiali in pensione dell'esercito spagnolo hanno pubblicato un manifesto per chiedere rispetto nei confronti dei resti mortali del dittatore Francisco Franco contro l'intenzione del governo socialista Sanchez di rimuoverli dalla basilica di Valle de los Caidos.

Il progetto di legge ha creato un dibattito politicamente molto acceso tra nostalgici del franchismo e antifascisti. I gruppi di destra si sono detti indignati. Nel manifesto, gli ex militari hanno denunciato l'"infame campagna" portata avanti dalla "sinistra" per screditare il dittatore.

Dove sono sepolti dittatori e leader antidemocratici del XX secolo?

Il documento è stato inviato al governo socialista e pubblicato sul sito del controverso gruppo di ex ufficiali AME, Asociación de Militares Españoles. Tra i firmatari figurano un ex ammiraglio, 29 generali, 105 colonneli, 15 luogotenenti, comandanti e capitani della marina.

Il sentimento franchista, tuttavia, non è diffuso solamente tra le fila degli ex generali ma anche da una parte delle truppe e dei graduati dell'esercito spagnolo di oggi.

"[Franco] è stato uno dei nostri uomini migliori. È stato criticato e rispettato", ha detto a Euronews José María Pairet Varela, colonnello in pensione. Pairet ha affermato che la maggior parte dei militari spagnoli, compresi quelli attualmente nell'esercito, "condivide questa sensazione".

Dopo tre anni di guerra civile, conclusasi nel 1939, Franco salì al potere e non lo lasciò per quasi 40 anni, fino al momento della sua morte. Da quel giorno al dibattito sul suo operato si è aggiunto anche quello di come disporre delle sue spoglie: un argomento di discussione che, ancora oggi, divide la Spagna e gli spagnoli.

Il contestato mausoleo di Franco

La Valle dei Caduti, alla periferia di Madrid, è la più grande fossa comune in Spagna ed è dedicata alla memoria delle vittime della guerra civile. Il sito raccoglie i resti identificati di circa 34mila persone ma solo le tombe dei leader di estrema destra Franco e José Antonio Primo de Rivera sono contrassegnate.

REUTERS/Javier Barbancho

Fu eretta da alcuni prigionieri politici ai lavori forzati e inaugurata nel 1959. All'epoca il regime franchista etichettava il monumento come luogo di riconciliazione in cui trovava esaltazione l'ideologia cattolica nazionale sostenuta dal dittatore. Oggi è sia attrazione turistica sia una sorta di santuario per fascisti, sostenitori di destra e nostalgici del regime franchista.  

Le divisioni tra destra e sinistra

Pedro Sánchez, socialista, ha assunto la presidenza dopo le dimissioni del leader del PP, il conservatore Mariano Rajoy, in seguito allo scandalo corruzione che ha travolto il partito.  

Il PSOE ritiene che la rimozione delle spoglie di Franco dal sito sarebbe un passo importante verso la riconciliazione nazionale con il proprio passato. Sánchez ha cercato anche di mettere fuori legge i gruppi franchisti.

REUTERS/Javier Barbancho

"Un paese che guarda al proprio futuro deve essere in pace con il proprio passato", ha detto Sánchez al parlamento lo scorso giugno. "Le ferite sono rimaste aperte per molti anni, troppe, ed è il momento di guarirle. La nostra democrazia avrà simboli che uniranno i cittadini, non quelli che li separano".

Mentre i politici di sinistra e alcuni nazionalisti regionali sostengono la proposta, essa è stata criticata dall'ala destra della politica.

Il sostituto di Rajoy alla testa del Partito Popolare, Pablo Casado, ha detto che non avrebbe speso nemmeno un euro per riesumare Franco e ha accusato Sánchez di "proporre questioni inutili, solo per ottenere un vantaggio elettorale con il rischio di creare gravi fratture nella società spagnola".

Per ora, la scommessa di Sánchez di scavare nel passato sembra aver dato i suoi frutti. Un sondaggio pubblicato giovedì mostra che, se dovessero tenersi oggi le elezioni, il partito socialista vincerebbe facilmente con il 29,9% dei voti mentre i conservatori sarebbero staccati al 20,4%.

Il leader socialista dovrà attendere altri due anni per scoprire se, alla prova delle urne, andrà davvero così: la prossima tornata elettorale è prevista per il luglio 2020.

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