Soccorsi in difficoltà e allerte costanti in Indonesia

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Di Euronews
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L'incubo tsunami non è finito sulle coste della Sonda, il bilancio delle vittime e dei feriti supera globalmente le 2000 persone. Ci sono almeno 16.000 sfollati

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Col vulcano Anak Krakatoa iperattivo l'Indonesia teme nuovi tsunami. Le autorità hanno lanciato un'altra allerta invitando la popolazione che abita attorno allo stretto della Sonda di allontanarsi da un minimo di 500 metri a un chilometro dalla riva. Il tutto mentre il bilancio del disastro di sabato scorso cresce: 429 morti accertati, quasi tutti in provincia di Banten, quasi 1.500 feriti e circa 130 dispersi - e l'agenzia per le emergenze conta anche 16.086 sfollati.

Un'allerta costante

Il servizio Meteorologico e Geosismico di Giakarta sta monitorando l'attività del vulcano "Figlio del Krakatoa", misurandone i tremori, nel timore che la violenza di fuoriuscita dei gas possa buttare in mare i costoni del cono vulcanico, sottoposto a incredibile pressione dall'interno, spostando una massa d'acqua superiore a quella del 22 dicembre, che fu movimentata da uno smottamento relativamente limitato.

Evacuate anche le piccole isole

Le isolette, anche quelle più remote, dello stretto della Sonda sono state evacuate nelle ultime ore, ma il grosso della popolazione, terrorizzata, si concentra fra la costa sud di Sumatra e quella nord di Giava, separate dal travagliato braccio di mare.

Si cercano ancora i sopravvissuti

I soccorritori - militari e volontari - stanno ancora cercando sopravissuti, in corsa contro tempo e le condizioni meteorologiche avverse, anche con l'ausilio di droni da ricognizione e di cani. I droni contribuiscono anche a formare il quadro della situazione logistica e della distruzione. La pioggia torrenziale di queste ore sta rallentando sia i soccorsi quanto gli aiuti, con cibo, acqua potabile, coperte e medicinali che faticano ad arrivare alle zone colpite.

Le difficoltà maggiori per i bambini

Parte degli oltre 16.000 sfollati (quasi 900 le case distrutte) dorme sotto le tende, ma l'Unicef denuncia che "molte persone dormono ancora per strada, altre presso le abitazioni di amici o parenti dei villaggi vicini". "Siamo estremamente preoccupati per la situazione dei bambini che hanno bisogno di tutto, dall'assistenza psicologica alle cure mediche. Molti di essi sono stati separati dai genitori", scrive l'agenzia dell'Onu per l'infanzia

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