Primi trasferimenti di migranti da Lesbo e Samo

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Di Fay Doulgeri
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È cominciato il processo di ricollocamento dei migranti da parte del Governo greco, pressato dall'emergenza umanitaria sulle isole greche

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Il Governo greco ha cominciato i trasferimenti di una parte dei migranti rimasti bloccati, anche da più di due anni, sulle isole di Lesbo e Samo, in campi profughi sovraffollati, con condizioni di vita disumane.

Le abbiamo filmate nei nostri reportage: scarseggiano i bagni, non c'è acqua calda per lavare i bambini, il cibo non è sicuro, non ci sono medicine per evitare epidemie.

Un centinaio di persone hanno lasciato il campo "lager" di Moria (9000 migranti in un'area che poteva accoglierne 2500), a Lesbo, per raggiungerne uno a Filippiade, in Epiro, dove dovrebbero arrivare in totale 2000 profughi entro la fine della prossima settimana.

Ottiene il trasferimento chi ha già svolto un primo colloquio nel processo di richiesta d'asilo. 350 migranti hanno lasciato il campo di Samo (3600 persone per una capacità effettiva di 650 posti) per raggiungere altri siti nella Grecia continentale.

Era importante decongestionare queste aree, ha detto Il ministro greco per l'immigrazione, Dimitris Vitsas, perché non si può pretendere una redistribuzione in Europa se prima non la si fa nel proprio Paese. Sono stati anche creati migliaia di posti di lavoro per integrare queste persone. D'altra parte si tratta di un circolo vizioso. Perché nel frattempo ci sono nuovi arrivi che, ha detto il Ministro, quest'estate sono raddoppiati.

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