Il "caso Maassen" da compromesso ad autogol

Per molti un patto col diavolo, che rischia di seppellire la Große Koalition. Sponsorizzata dalla CSU, ma criticata ad alzo zero in seno allo stesso governo, la promozione a Segretario di Stato dell'ex capo dei Servizi interni Hans-Georg Maaßen equivale a un suicidio politico.
In passato già ai ferri corti con Angela Merkel sul dossier migranti, il Ministro degli interni Horst Seehofer ha difeso la sua nomina, lodandone "competenza" e "integrità". "Da Segretario di Stato con delega alla sicurezza - ha spiegato -, Maaßen sarà responsabile della polizia federale, della sicurezza informatica e della pubblica sicurezza". "È stato tuttavia deciso - ha aggiunto - che non sarà più alla guida dei Servizi interni".
Appena poche ore prima, Maaßen era stato deposto dal suo incarico per sedare le polemiche alimentate dalle simpatie con l'estrema destra xenofoba, che aveva manifestato in occasione degli incidenti di Chemnitz.
SPD nella bufera: il compromesso politico sotto il "fuoco amico" dei vertici
Avallata anche dalla numero uno dell'SPD, Andrea Nahles, la sua promozione ha però fatto parlare diversi alti quadri del partito di "disastro politico" e di "sopportazione al limite". "È uno schiaffo in faccia a tutti coloro che quotidianamente pagano per le loro azioni - commenta Kevin Kühnert, Presidente dei giovani dell'SPD -. Persone che se commettono un errore vengono sanzionate e non promosse. Il prezzo di questo compromesso è troppo alto. Anche per la sopravvivenza della coalizione".
Critiche anche dall'opposizione: "È un segno di debolezza. Ci perdiamo tutti"
E se dall'FDP si parla di "crisi permanente" della Große Koalition e di situazione da cui si esce "tutti perdenti", alla sua sinistra il capogruppo del partito Die Linke, Dieter Bartsch, parla di "indicatore": "Qualche anno fa - dice - Angela Merkel non avrebbe mai lasciato accadere una cosa del genere. È una chiara prova della sua debolezza, ma anche di quella di SPD e CSU".
Maaßen aveva espresso dubbi sulla veridicità dei video che mostravano la "caccia allo straniero" innescata a fine agosto a Chemnitz, dall'uccisione di un uomo da parte di due immigrati.