Sarajevo, Erdogan in visita tra campagna elettorale e relazioni neo-ottomane

Il presidente turco Erdogan lo aveva promesso e alla fine - in vista delle elezioni presidenziali ormai imminenti - ha iniziato il suo giro di campagna elettoale all'estero. Ma il suo arrivo in Bosnia Erzegovina avviene nel segno delle polemiche, perché sono in molti a ritenere che nelle mire del Reiss turco non ci sia soltanto il voto dei connazionali espatriati all'estero.
In molti già lo accusano di ingerenze nella politica bosniaca, e in particolare di voler servire, a scapito di croati e serbo-bosniaci, gli interessi di Bakir Izetbegovic, che nella presidenza tripartita nazionale rappresenta il popolo bosngnacco e musulmano, a scapito dei cittadini serbi e croati.
Nel paese, in effetti, diversi commentatori ritengono che la vicinanza di Erdogan - nell'ottica della sua narrazione neo-ottomana - sia conveniente in primis per Izetbegovic e per la sua corrente all'interno del Partito d'azione democratica, che rappresenta l0interesse della popolazione bosgnacca, in vista delle elezioni parlamentari e presidenziali del prossimo ottobre.
"Per i bosgnacchi, i musulmani bosniaci - spiega l'analista politico Adnan Huskic - la carta della Turchia è di estrema importanza e in questo senso credo che la visita di Erdogan finirà per accrescere l'appeal del partito d'azione democratica e di Izetbegovic, favorendo la probabile candidatura alla presidenza di sua moglie Sebija Izetbeovic".
Una candidatura, quella della Izbetegovic, che in realtà non è ancora confermata, anche se negli ambienti del partito sembra ormai data per certa.
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