Asse antiterrorismo fra Russia, Turchia e Iran

Asse antiterrorismo fra Russia, Turchia e Iran
Di Alberto De Filippis
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Questo almeno, auspicano i tre paesi

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"Ci si difende se si hanno mezzi sufficienti. Si attacca se si hanno mezzi preponderanti". È una delle massime di Sun Tzu, autore dell'arte della guerra e sembra essere stata fatta propria dai presidenti turco Erdogan, russo Putin e iraniano Rohani che hanno deciso di mettere la sordina alle loro divergenze per unirsi, nelle intenzioni in una sorta di asse antiterrorismo in Siria. Un atteggiamento che permette ad esempio ad Ankara di appoggiare Mosca sappendo che potrà contare sui russi in funzione anticurda.

Così Erdogan: "Per mantenere l'integrità territoriale della Siria dobbiamo preservare equidistanza da tutte le organizzazioni terroriste. È importante che tutte quelle organizzazioni che rappresentano una minaccia per Siria, Turchia e paesi vicini siano inclusi in questa lista senza eccezioni".

Putin ha aggiunto: "Tutti dicono come sia necessario partecipare allo sforzo umanitario, ma a parte Turchia, Iran e Russia lo fanno in pochi. Vediamo un impegno della nazioni unite, assai insufficiente. Tutti debbono unirsi in questo lavoro comune per restaurare l'economia e l'e infrastrutture della Siria".

Una tattica che ha dimostrato di pagare, come si evince dai successi sul terreno in Siria anche se fatti, spesso, ai danni di una popolazione civile stremata. La stessa che poi va ad ingrossare le file di profughi che premono alle porte d'Europa

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