Allevamenti di maiali: guerra tra LAV e Consorzio del Prosciutto di Parma

Allevamenti di maiali: guerra tra LAV e Consorzio del Prosciutto di Parma
Diritti d'autore 
Di Cinzia Rizzi
Condividi questo articoloCommenti
Condividi questo articoloClose Button
Copia e incolla il codice embed del video qui sotto:Copy to clipboardCopied

Consorzio Prosciutto di Parma: "è una campagna denigratoria e diffamatoria". Lega anti vivisezione: "Invece di dire che sono diffamati, perché non fanno verifiche e non dicono se hanno preso provvedimenti?"

PUBBLICITÀ

"Taglio della coda come routine, sovraffollamento e condizioni igieniche e veterinarie al limite". Parte da qui la denuncia degli animalisti su sei allevamenti di maiali in Lombardia, quattro dei quali fornirebbero le carni a prodotti DOP, come il Prosciutto di Parma.

Abbiamo intervistato Roberto Bennati, vice presidente della Lega Antivivisezione, che insieme ad Eurogroup for Animals, ha allertato l'Unione Europea.

Ecco il comunicato della LAV: Comunicato integrale

"L'Italia è un Paese che non sta rispettando la direttiva europea, che regolamenta le modalità di allevamento dei suini", spiega Bennati. "Quello che noi abbiamo documentato, in questo caso, è semplicemente questa situazione. Nella fattispecie le produzioni di questi animali, in realtà, sono delle produzioni cosiddette di eccellenza, perché finiscono in un circuito che dovrebbe rappresentare l'eccellenza italiana. In realtà, le condizioni degli animali, le strutture di allevamento e materialmente come sono tenuti gli animali è qualcosa di incredibile, che le persone non assocerebbero mai a un'eccellenza alimentare".

Abbiamo contattato il Consorzio del Prosciutto di Parma, che non ha voluto rilasciarci interviste, ma che ha dichiarato: "Da alcuni anni è in atto una campagna denigratoria e diffamatoria contro il Prosciutto di Parma, posta in essere da alcune associazioni animaliste, che sistematicamente e ad intervalli regolari diffondono immagini scioccanti, invitando il consumatore a non acquistare più il nostro prodotto".

"Invece di continuare a dire che sono sempre diffamati, dicano perché nei loro disciplinari non c'è mai scritto nulla riguardo le modalità con cui vengono allevati gli animali", risponde Bennati. "Non è la prima volta che escono delle investigazioni sul Consorzio. Perché non fanno mai una verifica e non dicono se hanno preso dei provvedimenti?"

Di seguito la versione integrale del comunicato stampa inviato dal Consorzio del Prosciutto di Parma:

"Da alcuni anni è in atto una campagna denigratoria e diffamatoria contro il Prosciutto di Parma posta in essere da alcune associazioni animaliste che sistematicamente e a intervalli regolari diffondono immagini scioccanti invitando il consumatore a non acquistare più il nostro prodotto.

Lo scopo reale di tale campagna non sembra essere quello di tutelare gli animali, bensì attaccare il buon nome del Prosciutto di Parma.

Il Consorzio ribadisce che nessuno dei suoi 145 produttori associati è mai stato denunciato o condannato per maltrattamento di animali e invitiamo caldamente gli autori delle riprese a rendere noti i nomi e a denunciare immediatamente gli allevamenti coinvolti nella loro indagine in modo da permettere alle Autorità competenti di procedere con i dovuti accertamenti.

Il Consorzio condannerà sempre ogni violazione delle più elementari norme sul benessere animale che rappresentano un atto delinquenziale e intollerabile in una società civile. Allo stesso tempo, è bene rimarcare che il Consorzio ha il compito di vigilare sulla qualità del prodotto e sul rispetto delle norme tecniche presenti nel Disciplinare di Produzione della DOP, mentre il benessere animale è regolato da una normativa europea e italiana che vale in tutti i Paesi e per tutti i prodotti di origine animale. Tale normativa demanda i controlli in questo ambito al Ministero della Salute che li attua attraverso il Servizio Veterinario locale e nazionale.

Detto questo, ribadiamo che non possiamo neppure giustificare chi utilizza la nostra notorietà non tanto per migliorare la condizione degli animali, bensì al solo scopo di ottenere maggiore visibilità mediatica".

Video editor • Cinzia Rizzi

Condividi questo articoloCommenti

Notizie correlate

Code tagliate e maiali lasciati agonizzare: Animal Equality denuncia 2 allevamenti

Ecco cosa fa la fettina di carne "locale" alle foreste del Sud America

Crisi in Medio Oriente, tra gli italiani preoccupazione e insoddisfazione per il ruolo dell'Ue