La "vittoria di Pirro" di Benediktsson

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In una delle "pulci d'Europa", l'ex premier Bjarni Benediktsson puo' festeggiare, ma solo a metà: vince le elezioni anticipate, ma i suoi alleati perdono voti. Per formare il nuovo governo serviranno nuove coalizioni.

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Finite le elezioni anticipate in Islanda, l’ex primo ministro Bjarni Benediktsson puo’ ormai far festa – anche se a metà – con i suoi elettori. Il suo partito dell’indipendenza, conservatore di centro-destra, si attesta oltre 25% dei voti e conquista 16 dei 63 seggi al Parlamento di Reykjavik, pur perdendone 5 rispetto all’anno scorso.

“Cari amici miei, è bello essere qui con voi. Le elezioni sono soprattutto una cosa: prendere voti. E noi ne abbiamo presi piu’ di tutti”, ha dichiarato Benediktsson, arringando la folla.

Ma la sua sembra una vittoria di Pirro: per Benediktsson non sarà facile formare un nuovo governo. I suoi storici alleati, infatti, hanno perso voti e seggi.

Alle sue spalle incalza Katrin Jakobsdottir, leader del Movimento Sinistra-Verde, in ascesa: 17% e 11 seggi in parlamento.

In crescita i social-democratici (al 12%), in calo i progressisti (10%), crollo vertiginoso dei Pirati (poco piu’ del 9%). Meglio ha fatto il neonato partito di centro di un altro ex premier, Sigmundur Gunnlaugsson, arrivato quasi all’11% e 7 seggi.
In caso di alleanza tra verdi, socialdemocratici e centristi potrebbe accadere qualsiasi cosa. Anche un ribaltone di centro-sinistra.

Dopo 2 elezioni in 12 mesi e 4 in 9 anni, per evitare di rimanere impantanati come nel 2016 – servirono 3 mesi per formare il governo – ora ci sarà molto da discutere per Benediktsson sulle coalizione e sul futuro dell’Islanda e dei suoi 330mila abitanti.

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