Fermati 5 attivisti LGBT a Mosca, c'è anche l'Italiano Yuri Guaiana

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Di Gioia Salvatori
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Volevano consegnare una petizione per un'inchiesta sulla persecuzione dei gay in Cecenia. Rilasciati dopo qualche ora, Guaiana torna subito in Italia

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‘Giustizia per i cento ceceni, è la scritta sulle scatole’. Il riferimento è ai gay della repubblica caucasica a prevalenza musulmana detenuti illegalmente, a causa della loro omosessualità. Cinque attivisti, quattro russi e l’italiano Yuri Guaiana, dell’associazione radicale ‘certi diritti’, sono stati arrestati a Mosca e rilasciati poco dopo. Guaiana, che si è messo subito in viaggio verso casa, ha detto che gli contestano manifestazione non autorizzata e resistenza a pubblico ufficiale, “accuse false”. Un attivista LGBT russo dice: “La polizia ha violato le leggi e il diritto di fare appello a chi detiene il potere, cosa garantita sia dalle norme russe che dalle leggi internazionali”.

Rilasciato #YuriGuaiana, ma la nostra battaglia per i diritti umani e dei #gay non si ferma! https://t.co/TumgdTy83s

— Radicali Italiani (@Radicali) 11 maggio 2017

I cinque attivisti, mobilitatisi dopo un’inchiesta della Novaya Gazeta, sono stati arrestati mentre portavano, simbolicamente, 400mila delle firme raccolte per chiedere un’inchiesta sulla persecuzione di Stato dei gay ceceni che, secondo il rapporto, avrebbe fatto anche tre morti.
Ma il presidente ceceno Ramzan Kadyrov nega tutto e un suo portavoce il mese scorso, quando il caso è montato, ha addirittura negato che ci siano gay in Cecenia; il presidente russo Vladimir Putin dice di seguire da vicino la storia ma secondo il Cremlino il report di denuncia non è affidabile. Contestualmente agli articoli di Novaya Gazeta anche il consiglio d’Europa ha avviato un’indagine.

Ad aprile il rapporto shock

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