Giovane, dinamico, euroentusiasta, Macron si dice il solo in grado di traghettare la Francia fuori dalla crisi economica ridando fiducia nella politica ai…
Giovane, dinamico, euroentusiasta, Macron si dice il solo in grado di traghettare la Francia fuori dalla crisi economica ridando fiducia nella politica ai francesi.
Il suo non essere né di destra né di sinistra, inizialmente sembrava azzopparlo, e invece si è rivelata la sua forza.
Ultraliberale e europeista convinto è riuscito a imporsi nel panorama della politica francese nel giro di un anno.
Ieri di fronte all’esito del primo turno ha risposto ringraziando gli elettori che sono andati a votare massicciamente.
“Il nostro Paese attraversa un momento inedito della sua storia, caratterizzato dal terrorismo, le sfide economiche, una sofferenza sociale, l’emerganza ecologica, ha risposto nel modo migliore andando a votare in massa”.
Nelle prossime due settimane di campagna elettorale, stando a molti analisti, incentrerà il suo discorso sulla visione generale della politica che porterà avanti in Francia nei prossimi 5 anni incentrandola in modo particolare sulla globalizzazione.
Hollande calls on voters to back Macron in run-off ballot https://t.co/plLJ9J52OJpic.twitter.com/v4kNje9h7g
— euronews (@euronews) April 24, 2017
Guardando al secondo turno Macron non ha disdegnato i toni populisti dichiarando che votare per lui è una scelta patriotica che resta comunque europeista.
La contender Marin Le Pen gli fa da contraltare parlando di protezionismo e nazionalismo.
Le Pen attacks Macron on security ahead of French presidency runoff: https://t.co/CHQxI1OXNM
— Reuters Top News (@Reuters) April 24, 2017
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Lei che si presenta come la sola alternativa per la Francia, non ha abbassato i toni salutando la vittoria del primo turno.
“In gioco c‘è la globalizzazione selvaggia, il frammentamento della nostra civiltà. I francesi hanno una scelta semplice da fare: o continuiamo sul cammino della deregolamentazione, senza confini e senza tutele e come conseguenze avremo la delocalizzazione del lavoro, concorrenza internazionale sleale, immigrazione di massa e il terrorismo internazionale. Il denaro sarà il nostro re. Oppure scegliamo la Francia, i confini che proteggono i nostri posti di lavoro, il nostro potere d’acquisto, la sicurezza e la nostra identità nazionale”.
Il 7 maggio a fare la differenza saranno, in larga parte, anche i contenders rimasti fuori dalla competizione che daranno indicazione di voto per l’uno o l’altro dei candidati.