Assurdità o giustizia? Il terzo ergastolo a Carlos, 43 anni dopo i fatti

Assurdità o giustizia? Il terzo ergastolo a Carlos, 43 anni dopo i fatti
Di Diego Giuliani

Un verdetto assurdo secondo il condannato, un traguardo di verità e giustizia per le parti civili.

Un verdetto assurdo secondo il condannato, un traguardo di verità e giustizia per le parti civili. Divide il terzo ergastolo al terrorista filo-palestinese “Carlos”, comminato questa volta in Francia per l’attentato a un drugstore, che nel 1974 aveva provocato a Parigi 2 morti e 34 feriti.

“In fin dei conti questa condanna non cambia nulla rispetto alla situazione di Carlos – dice Guillaume Denoix de Saint Marc, Presidente dell’associazione delle vittime del terrorismo
-. È per le vittime che cambia tutto. Oggi la giustizia ha pronunciato un verdetto che 43 anni dopo ha uno straordinario valore simbolico. È da 43 anni che le vittime aspettavano di sapere chi fosse il responsabile di questo attentato. Oggi lo sappiamo: è Carlos”.

La difesa contesta invece il verdetto, sostenendo che nessun elemento permetta di stabilire con certezza la colpevolezza di Carlos. “Non sappiamo neanche che genere di granata è esplosa nel drugstore di Saint-Germain – dice François Vullemin, uno dei difensori di Carlos – . Eppure Carlos è stato condannato. La verità dei media ha avuto la meglio su quella della giustizia. La verità dei media ha fatto il lavaggio del cervello ai giudici”.

Sessantasette anni, già condannato a due ergastoli, Carlos ha parlato durante l’udienza di “processo assurdo” e fatto sapere, tramite il suo avvocato, che farà appello contro il verdetto.

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