Un verdetto assurdo secondo il condannato, un traguardo di verità e giustizia per le parti civili.
Un verdetto assurdo secondo il condannato, un traguardo di verità e giustizia per le parti civili. Divide il terzo ergastolo al terrorista filo-palestinese “Carlos”, comminato questa volta in Francia per l’attentato a un drugstore, che nel 1974 aveva provocato a Parigi 2 morti e 34 feriti.
Carlos condamné à la perpétuité pour l’attentat du Drugstore Publicis en 1974 https://t.co/jhRScWxSH5
— Le Monde (@lemondefr) 28 marzo 2017
“In fin dei conti questa condanna non cambia nulla rispetto alla situazione di Carlos – dice Guillaume Denoix de Saint Marc, Presidente dell’associazione delle vittime del terrorismo
-. È per le vittime che cambia tutto. Oggi la giustizia ha pronunciato un verdetto che 43 anni dopo ha uno straordinario valore simbolico. È da 43 anni che le vittime aspettavano di sapere chi fosse il responsabile di questo attentato. Oggi lo sappiamo: è Carlos”.
La difesa contesta invece il verdetto, sostenendo che nessun elemento permetta di stabilire con certezza la colpevolezza di Carlos. “Non sappiamo neanche che genere di granata è esplosa nel drugstore di Saint-Germain – dice François Vullemin, uno dei difensori di Carlos – . Eppure Carlos è stato condannato. La verità dei media ha avuto la meglio su quella della giustizia. La verità dei media ha fatto il lavaggio del cervello ai giudici”.
Sessantasette anni, già condannato a due ergastoli, Carlos ha parlato durante l’udienza di “processo assurdo” e fatto sapere, tramite il suo avvocato, che farà appello contro il verdetto.