Lotta alla corruzione: sì della Romania al referendum (ma solo consultativo)

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Di Diego Giuliani
Lotta alla corruzione: sì della Romania al referendum (ma solo consultativo)

Unanime via libera del Parlamento romeno a un referendum sulla controversa legislazione anti-corruzione, che da due settimane ha provocato proteste come non se ne vedevano dai tempi di Ceausescu. Tutti e 310 i deputati in aula hanno approvato la proposta presidenziale di una consultazione popolare, che avrà tuttavia carattere puramente consultativo. Ai romeni, tornati in piazza nonostante il ritiro del controverso decreto governativo che aveva innescato le proteste, il presidente Klaus Iohannis dovrà ora comunicare la data del voto e la formulazione esatta del quesito.

Ionannis contro Grindeanu: il braccio di ferro istituzionale

La sconfessione del progetto da parte del Capo di Stato ha dato vita a un braccio di ferro istituzionale con il primo ministro socialdemocratico Sorin Grindeanu che l’aveva promosso e difeso, prima di cedere alla crescente pressione della piazza. Al ritiro del decreto, intervenuto il 5 febbraio, erano seguite la scorsa settimana le dimissioni del ministro della giustizia Florin Iordache, uno dei suoi principali architetti.

Il “caso Dragnea” e il contenuto del decreto

Della depenalizzazione dell’abuso d’ufficio e di altri reati di corruzione previsti dal decreto avrebbero tra l’altro potuto beneficiare diversi uomini politici romeni. In particolare, depenalizzando l’abuso d’ufficio per casi inerenti somme inferiori ai 44.000 euro, il decreto avrebbe anche posto fine al processo in corso ai danni del socialdemocratico Liviu Dragnea, stretto collaboratore del premier Grindeanu, da molti considerato la vera eminenza grigia del governo. Dragnea, che si dichiara innocente, è accusato di abuso d’ufficio, perché sospettato di aver utilizzato 24.000 euro di denaro pubblico per stipendiare due persone alle dipendenze del suo partito.