Spie o eroi?

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Di Euronews
Spie o eroi?

Le statue di Swoden, Assange e Manning dello scultore Davide Dormino hanno fatto il giro d’Europa.
I protagonisti in carne ed ossa hanno perso la propria libertà per la verità e ci hanno ricordato quanto importante la verità sia, ha ricordato l’artista italiano.

Nel linguaggio corrente passano come whistleblowers e sono coloro che hanno denunciato pubblicamente attività illecite all’interno del governo.

Chelsea Manning, militare statunitense, è accusata di aver trafugato decine di migliaia di documenti riservati mentre svolgeva il suo incarico di analista militare durante la guerra in Iraq e di averli consegnati a Wikileaks. Nell’agosto 2013 è stata condannata a 35 anni di carcere.

I documenti che trafugò e che Wikileaks ha pubblicato hanno fatto il giro del mondo; tra gli altri il video Collateral Murder, in cui due elicotteri Apache americani attaccano uccidendo 12 civili disarmati.

Le condizione di detenzione della Manning sono durissime, ma potrà uscire dal carcere a maggio di quest’anno, grazie a un provvedimento di Obama.

Se Manning ha trafugato le notizie, Wikileaks le ha divulgate.
Il suo fondatore, Julian Assange, resta recluso nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra, per sfuggire all’estradizione chiesta dagli Stati Uniti.
Julian Assange pubblica documenti riservati e secretati da oltre dieci anni:

“Ci sono circa 15 mila casi non documentati di civili uccisi in Iraq”.

Come Assange, anche Edward Snowden ha dovuto lasciare il proprio Paese; dopo aver spiattellato che l’Agenzia di sicurezza nazionale teneva sotto controllo telefoni e le comunicazioni internet anche dei grandi della terra si è rifugiato in Russia.

“Se non capiamo i programmi e le politiche dei nostri governi, non possiamo dare il nostro consenso per cambiarle”.

Questi sono i più famosi whistleblowers degli ultimi anni. Ma cosa li ha spinti a mettere a repentaglio la loro vita pur di mostrare documenti secreti? Sono eroi nazionali o traditori della patria?
Snoweden partecipando in video conferenza a un dibattito sull’etica degli spifferatori ha dichiarato: mi considero una persona normale, penso che il principio fondamentale sia avere un grande impegno per la giustizia piuttosto che avere paura della legge.