La fine dei sacchetti di plastica monouso in Francia. E presto nel resto dell'Ue

La fine dei sacchetti di plastica monouso in Francia. E presto nel resto dell'Ue
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Di Euronews
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A partire dal 1° luglio, anche in Francia saranno vietati i sacchetti di plastica monouso.

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A partire dal 1° luglio, anche in Francia saranno vietati i sacchetti di plastica monouso. La misura riguarda i supermercati, ma anche farmacie, panifici, stazioni di servizio, mercati all’aperto o coperti.

Fra sei mesi saranno messi al bando anche i sacchetti ultrasottili usati per frutta e verdura. Resteranno in uso solo i sacchetti di carta o biodegradabili e compostabili.

Secondo i dati forniti dal governo francese ogni anno vengono distribuiti alle casse dei punti vendita 5 miliardi di sacchetti di plastica sottili, dallo spessore inferiore ai 50 micron, mentre 12 miliardi sono utilizzati per imballare frutta e verdura. Molti di questi finiscono negli oceani, dove possono essere ingeriti dalla fauna marina o alimentare i colossali “mari” di plastica formati dalle correnti. Uno degli effetti collaterali è quello di contribuire alla diffusione di alghe e batteri.

Alcune tecnologie sono in corso di sperimentazione per limitare i danni, ma naturalmente non bastano. Anche nomi famosi si stanno battendo contro l’inquinamento degli oceani.

E nel resto d’Europa?

A livello europeo, si calcola che siano 8 miliardi i sacchetti di plastica che vengono buttati via ogni anno. Un sacchetto di plastica impiega dai 400 ai 1000 anni per decomporsi. In media, ogni cittadino Ue ne usa quasi 200 all’anno, per la maggior parte una volta sola.

L’Italia ha una legge all’avanguardia che però, per quanto approvata nel 2012, non è entrata realmente in vigore fino all’agosto 2014. Sono vietati gli shopper monouso, mentre sono autorizzati i sacchetti biodegradabili e compostabili al 100 per cento, oltre alle borse e ai sacchetti in materiale biodegradabile o riciclabile di altro tipo, come carta o juta, ma anche la plastica polietilene con uno spessore superiore a 200 micron, in quanto riutilizzabile. Nonostante le regole siano chiare e le sanzioni pesanti, nel gennaio 2015 un’indagine di Legambiente ha svelato che il bando in diversi punti vendita non viene rispettato.

Le norme variano da paese a paese nell’Ue. E le stime sembrano provare che i paesi dove non è stata imposta una legge che regoli l’uso degli shopper tendono a consumare un numero superiore di sacchetti di plastica. Ci sono però eccezioni, come la Finlanda, dove nonostante l’assenza di una legislazione in tema il consumo di sacchetti monouso è molto limitato.

L’Ue corre ai ripari

L’Unione europea ha da poco adottato una legge con l’obiettivo di ridurre il consumo dei sacchetti di plastica monouso dell’80 per cento nei prossimi 15 anni. Per raggiungere quest’obiettivo, ogni Stato membro può scegliere una di queste due strade:

  • Ridurre il numero di sacchetti leggeri usati a 90 shopper pro capite all’anno entro la fine del 2019 e a 40 entro il 2025
  • Vietare la distribuzione gratuita dei sacchetti monouso entro la fine del 2018

I paesi che hanno imposto tasse come la Francia o l’Irlanda hanno visto rapidamente gli effetti delle misure. L’Irlanda ad esempio ha assistito a una riduzione del 90 per cento dell’uso degli shopper (da 328 a 21 sacchetti all’anno pro capite) a cinque mesi dall’entrata in vigore della legge.

Un database sul consumo dei sacchetti di plastica

È allo studio anche una metodologia comune a livello europeo per misurare il consumo – e lo spreco – dei sacchetti di plastica, dal momento che allo stato attuale i dati disponibili non sono né precisi né accurati.

La direttiva mette in guardia anche contro i falsi materiali “biodegradabili”, come le plastiche oxo-biodegradabili. L’uso della parola “bio” è considerato “fuorviante” in quanto questo tipo di plastica può rimanere nell’ambiente per secoli, anche se si frammenta rapidamente in minuscole particelle.

C‘è poi l’opportunità di sviluppare nuovi imballaggi biodegradabili e diversi produttori si stanno posizionando su questo mercato: BASF, Carbios Sphere Novamont, ecc.

Ma alcune Ong ambientaliste avvertono che l’uso di vegetali in questo tipo d’industria mette ulteriore pressione sulle riserve alimentari mondiali e la mette in competizione con la produzione di cibo.

Per saperne di più: European Commission, Assesment of impacts of options to reduce the use of single-use carrier bags (documento pdf in inglese)

Infografica: la plenaria vota la fine dei sacchetti di plastica

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