Il Papa si spinge fino a Lesbo per tendere la mano ai migranti. La visita di questo sabato nel campo profughi sull’isola greca è ancora più carica di
Il Papa si spinge fino a Lesbo per tendere la mano ai migranti.
La visita di questo sabato nel campo profughi sull’isola greca è ancora più carica di significati perché si accompagna all’incontro con i due Patriarchi ortodossi, Bartolomeo e Hieronimos, mostrando una forte identità di vedute delle chiese sul tema dell’accoglienza.
Per l’occasione il campo è stato ripulito e i graffiti sono stati cancellati.
‘‘La visita del Papa – spiega una donna – invierà al mondo il messaggio che dobbiamo tutti essere solidali. Le frontiere devono essere aperte.”
Da Lesbo è passato quasi un milione di persone che ha rischiato la vita in mare per arrivare dalla Turchia in Europa. Centinaia sono morte e l’isola si è riempita di tombe senza nome.
“Qui soffriamo” dice da dietro la rete un migrante africano. “Devono liberarci. Qui non si vive bene. Non si mangia bene. Si è infelici.”
Il campo profughi è sovraffollato, con circa 2.500 ospiti, è carico di
tensioni ed è considerato dagli operatori umanitari una prigione a cielo aperto.
Il corrispondente di euronews, Stamatis Giannisis, osserva: “Sia il Papa che il Patriarca della Chiesa greca ortodossa ribadiscono che la loro visita a Lesbo è puramente umanitaria. Ma l’immagine dell’incontro dei due massimi leader cristiani con i rifugiati, alcuni dei quali obbligati alla deportazione, farà tornare alla ribalta le controversie sul recente accordo tra l’Unione europea e la Turchia.”