Ventisette anni dopo, il caso Lockerbie si riapre: la giustizia britannica ha identificato due persone sospette, cittadini libici, e ha chiesto di
Ventisette anni dopo, il caso Lockerbie si riapre: la giustizia britannica ha identificato due persone sospette, cittadini libici, e ha chiesto di poterle interrogare a Tripoli.
Se ufficialmente non sono stati fatti i nomi, potrebbe trattarsi di Abdullah Senoussi, ex capo dell’intelligence di Gheddafi e Abu Agila Masud. Entrambi sono in carcere in Libia per altri reati.
Il nome di Masud è apparso nel documentario di investigazione di Ken Dornstein, che ha perso suo fratello nella strage. “My brother’s bomber” è andato in onda qualche giorno prima della diffusione della notizia da parte delle autorità scozzesi.
“Spero sia arrivato il momento per l’inizio del processo contro di lui, per la presentazione delle prove, il momento di fargli delle domande”, afferma Dornstein. “Così potremmo stabilire se era lui l’esperto di esplosivi e se l’intera teoria che io ritengo vera su chi ha compiuto l’attentato lo sia davvero”.
Le autorità scozzesi pensano che le due persone sospettate abbiano collaborato con Abdel Basset Ali al-Megrahi, l’unico condannato nel caso Lockerbie, morto nel 2012. Il 21 dicembre del 1988 un boeing 747 della statunitense Pan Am esplose sui cieli di Lockerbie, poco più di mezz’ora dopo il decollo. Morirono le 259 persone a bordo e 11 abitanti della località scozzese.
Nel 2003 il regime di Gheddafi ha riconosciuto la propria responsabilità e ha versato oltre due miliardi di euro alle famiglie delle vittime.