Prossima tappa: la fine dell’embargo su Cuba. È con quest’obiettivo in mente che Washington e L’Avana hanno deciso di ristabilire le relazioni
Prossima tappa: la fine dell’embargo su Cuba.
Il modo di trattare i dissidenti, i diritti umani, l'accesso alle informazioni, tutte queste cose continueranno a essere temi conflittuali. Ma sono conflitti che abbiamo con tutti i governi
È con quest’obiettivo in mente che Washington e L’Avana hanno deciso di ristabilire le relazioni diplomatiche interrotte da più di mezzo secolo. Il 20 luglio John Kerry sarà il primo Segretario di Stato Usa a visitare l’isola dopo 70 anni.
“Il nuovo approccio nei confronti di Cuba – commenta il nostro corrispondente Stefan Grobe – rappresenta una formidabile vittoria diplomatica per l’amministrazione Obama, accompagnata da un travolgente sostegno in entrambi i paesi. Il prossimo obiettivo è la cancellazione dell’embargo. Ma ci vorrà del tempo”.
La riapertura delle ambasciate non significa certo che non ci saranno frizioni, spiega Rachel DeLevie-Orey, analista dell’Atlantic Council per l’America Latina: “Il modo di trattare i dissidenti, i diritti umani, l’accesso alle informazioni, tutte queste cose continueranno a essere temi conflittuali. Ma sono conflitti che abbiamo con tutti i governi”.
All’Avana si respira ottimismo soprattutto fra i cubani in attesa di ottenere un visto, speranzosi che la normalizzazione delle relazioni renderà più facile viaggiare negli Stati Uniti. Uno di loro, Jesús, dice: “Ci troviamo in questa situazione da 56 anni, e penso che questo andrà a vantaggio del paese, e andrà anche a vantaggio di quelli fra noi che vogliono vedere le loro famiglie, i loro figli, che si trovano là”
Il più grosso ostacolo ora è politico: il presidente Usa Obama ha già chiesto al Congresso di procedere alla cancellazione dell’embargo su Cuba, ma i conservatori non ne vogliono sapere.