La rabbia dei tassisti non risparmia Lione, una delle città in cui il prefetto ha vietato le auto Uber, che continuano però a circolare. Giovedì
La rabbia dei tassisti non risparmia Lione, una delle città in cui il prefetto ha vietato le auto Uber, che continuano però a circolare. Giovedì mattina, circa 250 taxi, partiti da 4 diverse zone, hanno creato lunghe code incolonnandosi verso il centro per convergere nel quartiere di Part-Dieu, dove ha sede Uber.
“Sono arrabbiati – spiega un loro portavoce – perché oggi c‘è un’applicazione americana che dà lavoro a dei lavoratori non-dichiarati, dissimulati e che semplicemente rubano il posto ai tassisti. Vogliamo che la smettano e sfortunatamente si è arrivati alle manifestazioni perché tutti i negoziati che abbiamo fatto con il governo non hanno avuto successo.”
Lo scorso fine settimana la collera di tre tassisti sarebbe sfociata nella violenta aggressione di un cliente di un’auto Uber. Nove persone sono state interrogate in merito e rilasciate. Un autista della concorrenza dichiara:
“Prendete un taxi a mezzanotte, cercate di trovare un taxi che vi accetti pagando con un bancomat o che accetti di fare percorsi brevi, o di riportarvi dove volete, o di venirvi a prendere se siete malati in un determinato posto. Vedrete che è impossibile trovare un taxi. Il taxi diventa un lusso la sera.”
I taxi lionesi hanno già annunciato una nuova prova di forza per il 3 luglio, giorno di massicce partenze per le vacanze, se l’applicazione non sarà ritirata dal mercato.