Philae: sette mesi dopo la discesa sulla cometa, il risveglio - intervista a Paolo Ferri

Philae: sette mesi dopo la discesa sulla cometa, il risveglio - intervista a Paolo Ferri
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Il 12 novembre 2014, dopo un viaggio durato oltre dieci anni e mezzo sulla sonda Rosetta, il lander Philae iniziava la discesa verso la cometa

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Il 12 novembre 2014, dopo un viaggio durato oltre dieci anni e mezzo sulla sonda Rosetta, il lander Philae iniziava la discesa verso la cometa Churyumov-Gerasimenko, Chury per dirla in breve. Sette ore in caduta libera a più di cinquecento milioni di Km dalla Terra.

Al centro di controllo di Darmstadt, dell’Agenzia Spaziale Europea, esplodeva la gioia degli scienziati. Il direttore del progetto Philae commentava così:

“Ecco, siamo arrivati lì e Philae sta parlando con noi. La prima cosa che ci ha detto è che gli arpioni sono stati lanciati, riavvolti, e che il carrello d’atterraggio è stato spostato all’interno. Quindi, siamo seduti sulla superficie e Philae ci sta parlando”.

Il lander, un robot da un centinaio di chili, atterrando sulla cometa ha però effettuato due rimbalzi e s‘è fermato a due km dal luogo prescelto. Si trova in un crepaccio dove il sole arriva in modo molto limitato. Nonostante tutto, riesce a perforare il suolo e inviare una serie di immagini.

Dopo 57 ore di attività, con le batterie ormai scariche, Philae entra in ibernazione, il 15 Novembre. Il comunicato dell’ESA è uno choc per molti.

Sette mesi dopo però, quasi inattesa, la buona notizia:

“Stanotte dopo il lungo periodo di ibernazione il lander Philae ci ha di nuovo inviato dei segnali, un segno di vita di circa 85 secondi soltanto, però. Ma abbiamo ricevuto dati sulla situazione, la temperatura, l’energia generata dai pannelli solari, e sembra che il lander stia bene, è operativo”, ha detto di nuovo il direttore del progetto.

Probabilmente le trasmissioni duravano da qualche giorno, ma ci si è accorti solo ora a causa del cattivo allineamento della sonda Rosetta rispetto al cono di trasmissione di Philae. In queste ore si procede quindi al riallineamento e all’estrazione della maggior quantità possibile di dati sulla cometa entro il 13 agosto, quando si troverà nel punto più vicino al sole per poi allontanarsi verso i confini della nostra galassia.

Euronews ha intervistato Paolo Ferri, Responsabile Missioni ESA. Euronews
Da oggi si può dire che la missione entra nella sua fase più importante?

Paolo Ferri
La missione era già in una fase molto importante. In questo momento si apre la fase più critica della grande attività della cometa. Rosetta stava facendo un lavoro straordinario. Il risveglio di Philae mette tutto in una nuova prospettiva e naturalmente ancora più positiva.

Euronews
Dopo sette mesi dall’ultima conversazione con il lander, ci credevate ancora di vivere questo momento?

Paolo Ferri
Pensare che per sette mesi questa elettronica molto complicata, molto sensibile, fosse stata esposta a temperature sotto i meno cento gradi, mi ha reso scettico riguardo la possibilità che Phiae potesse svegliarsi. Più passava il tempo e più diventavo pessimista. Altri dicevano: “Aspetta fino a luglio, quello è l’ultimo momento, l’ultima possibilità, quindi restiamo ottimisti fino a luglio”. Hanno avuto ragione loro.

Euronews
Qual è lo stato di salute di Philae e quali saranno i suoi prossimi compiti?

Paolo Ferri
I sistemi attivi al momento, che sono i sistemi base di sopravvivenza, sembrano funzionare molto bene. Le temperature sembrano in un range piuttosto positivo e c‘è abbastanza energia. Quello di cui non sappiamo è lo stato degli strumenti e prima di tutto dobbiamo adesso cercare di ottenere nuovi contatti, i contatti sono stati molto limitati, per avere più informazioni.
In novembre sono stati fatti tutti gli esperimenti della sequenza principale, alcuni hanno dato dati molto interessanti da riprovare, altri hanno fornito dati non completamente soddisfacenti. Vanno ritentarli L’attività della cometa, inoltre, é oggi molto più elevata. Ripetere le misure di novembre potrebbe anche dare risultati estremamente interessanti.

Euronews
Come l’attività della cometa e l’avvicinamento al sole influenzeranno da una parte la missione scientifica e dall’altra la ricarica delle due batterie di Philae?

Paolo Ferri
Dal punto di vista di Philae, l’avvicinamento al sole è una cosa molto positiva. Si è risvegliato appunto perché siamo vicini al sole, la superficie è più calda, è la stagione estiva adesso sulla zona in cui Philae è arrivato.
L’aspetto negativo è verso Rosetta: Rosetta deve volare ora in un ambiente molto dinamico, molto sporco, dove c‘è molta polvere. E’ per questo che abbiamo dovuto allontanarci dalla cometa, ma era una cosa che avevamo previsto. Ora siamo a una distanza di circa 200 km. Per operare Philae sarebbe meglio stare vicini. Per tenere Rosetta al sicuro dalla polvere, invece é meglio star lontani. Sarà una fase molto critica e le due cose dovranno essere valutate con molta attenzione ogni giorno

Euronews
Avete finalmente la localizzazione del robot Philae?

Paolo Ferri
La certezza l’avremo solo quando potremo riavvicinarci alla cometa e fare foto. E questo sarà possibile soltanto negli ultimi mesi dell’anno, Perché fino ad agosto è sicuramente impensabile tornare a pochi chilometri dalla cometa.

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