Pedofilia e Vip, shock nel Regno Unito: 260 indagati tra politica, tv e spettacolo

Oltre 1.400 sospetti, tra cui più di 260 politici e personaggi di musica, cinema e tv. Londra rabbrividisce dinanzi all’istantanea sulla piaga della pedofilia, scattata da Scotland Yard: cifre emerse da una maxi-inchiesta chiamata Hydrant, che rivelano però anche un incoraggiante cambio d’attitudine.
Questi numeri sono solo la punta di un iceberg. Stiamo lavorando perché altre centinaia di vittime denuncino le violenze subite
1/2 Figures from #OpHydrant-1433 being investigated, 261 of which are people of public prominence such as politcians or celebrities
— NPCC (@PoliceChiefs) 20 Maggio 2015
“Questi numeri provano che sempre più vittime trovano il coraggio di denunciare gli abusi subiti – dice Constable Simon Bailey, responsabile della protezione dell’infanzia, presso il Consiglio superiore di Polizia -. Ora possono inoltre stare certe che la risposta da parte nostra è diversa rispetto al passato”.
Ad aprire gli occhi al Regno Unito sulla diffusione del fenomeno della pedofilia erano state nel 2012 una serie di rivelazioni, secondo cui l’idolo della tv Jimmy Saville avrebbe compiuto centinaia di abusi.
Figures we've released on child sexual abuse are stark - they emphasise the importance of everyone acting if they spot the signs of abuse
— NPCC (@PoliceChiefs) 20 Maggio 2015
Una doccia fredda sul Paese che, oltre a scuotere le autorità e a indurle a un più vigoroso approccio investigativo, ha indotto anche a una presa di coscienza nazionale. Da allora gli abusi denunciati nel Regno Unito sono aumentati del 71%, con 113.000 casi portati a conoscenza degli investigatori soltanto nel 2015.
“I 1.400 sospetti di cui si sta ora parlando non sono che la punta di un iceberg – dice Graham Wilmer, vittima di violenza ora impegnata nella consulenza e il sostegno -. Stiamo ascoltando centinaia di persone, per aiutarle a trovare il coraggio di farsi avanti e denunciare quanto hanno subito”.
154 schools identified, 75 childlrens he's 40 religious establishments
— Sandra Laville (@sandralaville) 20 Maggio 2015
Oltre 660 sospetti avrebbero compiuto gli abusi in scuole, strutture per l’infanzia, istituzioni religiose e ospedali. La sfida consiste però ora anche nel districare l’aggrovigliata matassa degli adescamenti in rete.